"Campi
Flegrei: Deep Drilling Project e Bagnoli Futura" di MalKo
Luigi De Magistris,
sindaco del comune di Napoli, ha espresso il proprio consenso acchè si dia
corso al progetto di perforazione profonda dei Campi Flegrei (deep drilling),
esattamente nell’area della spianata dell’ex italsider di Bagnoli.
Esplorare il sottosuolo
anche attraverso la trivellazione, è sempre scientificamente significativo e
interessante e aggiungeremmo affascinante, e non si dovrebbe perdere occasione
per farlo, purché non si incida sulla sicurezza dei cittadini.
In virtù di questo
principio, infatti, è stato sancito dal diritto il dovere della precauzione di
fronte a pericoli anche solo ipotizzati, remoti o da quantificare in termini
percentuale di accadimento.
Gli scienziati con enfasi
parlano dell’importanza di conoscere ai fini della previsione e della
prevenzione delle catastrofi, che cosa nasconde la caldera flegrea. Un problema
diremmo tutto scientifico, perché sappiamo perfettamente cosa nasconde il
Vesuvio, e pur tuttavia non è stato prodotto un solo grammo di prevenzione,
pianificazione o di organizzazione del territorio o di delocalizzazione di una
parte degli abitanti, utile per scemare il valore esposto. Eppure ci troviamo
di fronte a un arcinoto e ben documentato rischio tutt’altro da trapanare…
Addirittura alcuni sindaci
del comprensorio vesuviano, sfidando il buon senso, si sono armati di populismo
per tentare di strappare alle autorità regionali e nazionali un condono
edilizio da lanciare lì sulle piazze vesuviane in pasto ai famelici
professionisti dell’abuso cui non garbano le restrizioni all’edilizia
residenziale imposte dalla legge regionale 21 del 2003 sulla zona rossa. Va da
se che il provvedimento sanatorio nel vesuviano è atteso soprattutto da chi
possiede case e palazzi fermi allo stato di spiccato o di pilastratura, e aspettano
quindi con la bava alla bocca il prezioso condono per ultimare il manufatto e
immetterlo sul mercato del mattone che tira sempre anche in tempi di crisi.
Ovviamente la contropartita è il consenso…
A che cosa servirà quindi
la strategica e improcrastinabile e fondamentale e rischiosa perforazione
sotterranea dei Campi Flegrei? A produrre previsione nella ricerca
vulcanologica per la mitigazione del rischio, come si legge nel progetto CFDDP
(Campi Flegrei Deep Drilling Project) ?
Farà Prevenzione? Produrrà le basi per tirare fuori dal cratere energia
a basso costo lì dove ci hanno provato le grandi società che di energia campano
(Agip – Enel) ? A cosa? Non siamo
scienziati e parliamo da profani, ma condurre un’operazione a rischio per
mettere sensori a fibre ottiche sotto terra capaci di monitorare deformazioni
micrometriche in una zona avvezza a deformazioni decametriche, con cinquecento
scosse al giorno in tempi di crisi, non ci sembra il massimo della previsione.
Le indicazioni che
perverranno dal sottosuolo abbiamo garanzie che saranno poi utilizzate dal
sindaco De Magistris e dalla sua giunta per dare corso a provvedimenti magari
impopolari atti a ridurre il rischio nei quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta e
Soccavo e Pianura? E com’è che da un lato
si opera in via del tutto straordinario per valutare il pericolo vulcanico
flegreo e dall’altra c’è chi valuta sempre a livello comunale di aumentare le
licenze edilizie sugli stessi suoli da perforare (Bagnoli)? Analizziamo il
rischio per mitigarlo e nel frattempo aggiungiamo abitanti agli abitanti? Anche
il battere cassa dovrebbe avere un limite…
Il “suggerimento” che alla
fine uscirà dalle viscere del vulcano se si farà la trivellazione, sarà
sicuramente nella direzione della necessità di non sovrappopolare queste zone
già classificate a rischio senza la trivella, e di mettere a punto un buon
piano di protezione civile per fronteggiare i rischi potenziali offerti dal
distretto vulcanico flegreo: lo sa bene il direttore Marcello Martini
dell’Osservatorio Vesuviano, così come lo sanno tutti gli altri ricercatori
interessati con finalità diverse al progetto.
In altre pagine della
nostra rivista, parlando dei suoli di Bagnoli Futura, avevamo segnalato e
suggerito di non urbanizzare a tappeto l’area della spianata dell’ex italsider,
giacché per dimensioni e ubicazione potrebbe rappresentare una straordinaria
area strategica di protezione civile. (Punto di riunione, area di smistamento,
di ammassamento, di prima accoglienza; area atterraggio elicotteri ed altro).
Il sito, infatti, può essere raggiunto con tutti i mezzi di trasporto: navali,
terrestri, aerei e ferroviari.
Ecco. La città di Napoli
per tutta una serie di rischi legati a pericoli naturali o indotti dall’uomo,
avrebbe fatto bene a dotarsi pure di una struttura di protezione civile
polifunzionale magari avanzando anche al Dipartimento di Protezione Civile e
alla Regione e alla provincia un concorso finanziario.
D’altra parte se il
comitato CFDDP avrà il definitivo nulla osta da parte di De Magistris (autorità
locale di protezione civile – Legge 225/1992) e si procederà alla perforazione,
sarà necessario produrre il famoso documento di analisi del rischio, tanto per
i lavoratori chiamati a operare in loco quanto per gli abitanti di quella zona
che hanno gli stessi diritti di tutela.
A fronte dei rischi
prospettati poi, si dovrà procedere alla stesura del piano d’emergenza rispetto
al pericolo massimo individuato. Dovrebbe poi essere circoscritta una zona
rossa quale fascia di rispetto e nelle misure di sicurezza dovrebbe prevedersi
il modo di sigillare il foro in caso di necessità, così come si dovrà procedere
anche all’analisi dell’impatto ambientale.
Noi non siamo contro la
scienza, ma la scienza deve pure capire che un’attività di ricerca che
racchiude comunque dei rischi seppur minimi per gli abitanti, non è possibile
che venga espletata esclusivamente perché non si possono perdere i
finanziamenti ricevuti o attesi.
D’altra parte questo
impianto dovrebbe sorgere su suoli destinati a parco urbano, con roseti, spazi
verde, centri integrati per il turismo, la didattica, congressi, parcheggi,
acquario per le tartarughe, e tanto altro ancora tra cui un polo per
l’ambiente. Sussiste francamente una discordanza d’intenti… Purtroppo su questo
sito così “goloso”, sussistono pure lotti edificabili in termini residenziali
ma in una percentuale che si tenta di far battere al rialzo, visto che le gare
di alienazione dei suoli edificabili sono andate deserte (speculazioni?). Si
prospetta quindi di aumentare un po’ la percentuale destinata alla
realizzazione di prestigiose residenze per invogliare i possibili acquirenti ad
acquistare.
Il sindaco di
Sant’Anastasia Carmine Esposito forse non ci ha pensato, ma nell’area flegrea
c’è la stessa classificazione di zona rossa come nel vesuviano: eppure lì
appaltano a cura del comune lotti anche edificabili in senso abitativo. Strana
questa sorta di sperequazione territoriale, atteso che, i campi flegrei vissero
una situazione di reale allarme addirittura nel recentissimo 1983 col
bradisismo. Forse l’Osservatorio Vesuviano avrebbe dovuto fare una premessa
nella riunione del 24 maggio 2012 col comune di Napoli (commissione urbanistica
e beni comuni presieduta da Iannello), ricordando che Bagnoli è in zona rossa
flegrea, e il primo passo verso la prevenzione non è il deep drilling, ma una legge regionale identica alla 21/2003 che
stabilisce l’inedificabilità a scopo abitativo in zone vulcaniche a rischio.
Non ci sembra una cosa da poco…
Limiti della vecchia zonazione di pericolo |
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