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giovedì 23 aprile 2015

Rischio Vesuvio: Corte Europea di Strasburgo flop! di MalKo



Nel mese di ottobre del 2013, alcuni cittadini del vesuviano guidati da Rodolfo Viviani, area partito radicale, presentarono per tramite dell’ avvocato Nicolò Paoletti, un ricorso alla Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo. L’appello era contro l’inadeguatezza delle misure che lo Stato italiano aveva fin qui adottato per mettere al sicuro gli abitanti della zona rossa da un’eventuale ripresa eruttiva del Vesuvio. Sostanzialmente si reclamava l’assenza di un piano di emergenza e di un’informazione puntuale e in linea con i diritti dei cittadini esposti al noto pericolo.
Successivamente l’argomento trovò buona sponda oltralpe, con l’immediata apertura di una corsia preferenziale, perché in gioco si disse, c’è il diritto alla sicurezza di un congruo numero di cittadini permanentemente esposti a un pericolo di tutto rispetto.

Al governo italiano fu quindi intimato entro il 12 maggio 2014 di presentare alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Strasburgo), la necessaria documentazione in grado di dimostrare che lo Stato aveva garantito la sicurezza della popolazione residente nella prima fascia a rischio vulcanico. Zona tra l’altro delimitata e sancita dagli organismi tecnici e scientifici della protezione Civile italiana.
E’ notizia di questi giorni che la Corte europea di Strasburgo ha respinto il ricorso avanzato dai cittadini vesuviani, in pratica per un errore procedurale dei ricorrenti consistente nel non aver perseguito in prima battuta ogni utile strada giuridica e istituzionale innanzitutto nel paese di residenza (Italia): conditio sine qua non indispensabile per potersi appellare successivamente all’organo giurisdizionale internazionale d’oltralpe.


Non è da escludere che il 12 maggio 2014 le autorità italiane invece di presentare la documentazione richiesta dalla corte, abbiano presentato una opposizione per i motivi appena specificati. Il richiamo al diritto potrebbe essere la causa del dietro front dei giudici di Strasburgo dalla spinosa faccenda… Ovviamente rimangono in piedi molte perplessità, perché non ci si può accorgere dopo quasi due anni che a quella pratica manca il presupposto giuridico per procedere. 


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