Rischio
Vesuvio: l’abusivismo edilizio in zona rossa è
la vera piaga del vesuviano? di MalKo
Il fenomeno
dell’abusivismo edilizio all’ombra del Vesuvio accende sempre vivaci dibattiti perché
ci sono molte code di paglia che hanno investito direttamente o indirettamente
nel mattone selvaggio. Chi ha profuso soldi nell’abuso, generalmente non trova
altra soluzione morale al malfatto, che accodarsi in silenzio alle chiacchiere
del politico di turno che sbandiera in tutta libertà il bisogno come motore
dell’illegalità perpetrata. A dirla tutta invece, i veri bisognosi non hanno
nelle loro possibilità i soldi necessari a mettere su la palazzina abusiva.
Infatti, non sfuggirà all’attento lettore, che per la semplice ristrutturazione
di un bagno, tra l’altro piccolo, occorrono circa seimila euro… con le dovute
proporzioni si facciano un po’ i conti sui costi di un fabbricato, anche di un solo
piano. Scavo; piattaforma di base e isolamento; plinti o solaio rovescio; spiccato; solai di piano;
copertura; tompagni e divisori; intonaco; impianto fognario; impianti
tecnologici (luce, gas e acqua); pavimenti e rivestimenti; pittura ed altro…
L’abusivismo ha varie
sfaccettature che vanno da quelle economiche consistenti nell’assenza di
fatture a quelle che riguardano la sicurezza letteralmente obliata dalle ditte
che operano notte tempo sovente senza alcun progetto esecutivo affidandosi spesso
completamente al capo mastro e una manovalanza non sempre inquadrata.
La politica conosce molto
bene il problema condoni edilizi e di quanti consensi se ne possono ricavare senza
esosi contropartite a danno del “solo” territorio
in tutte le sue accezioni. Un conto che in area vesuviana nella migliore delle
ipotesi dovrà essere pagato dalle generazioni future, che potrebbero vedersi
presentare la ricevuta fiscale sotto forma
di un possibile evento da cigno nero, favorito purtroppo dall’inusitato affollamento
areale. In realtà la corsa al condono è dettato dall’esigenza di assegnare intanto
un valore al manufatto abusivo. Senza accatastamento infatti, il prezzo dell’immobile crolla…
A dirla proprio tutta la faccenda è
grave e bisogna incominciare a connotarla nelle sue giuste dimensioni.
L’aumento indiscriminato della popolazione in zona rossa attraverso
l’abusivismo edilizio, visto che non si rilasciano più licenze, gridiamolo pure aumenta intanto i fattori di rischio degli abitanti che risiedono
nella plaga vesuviana da tempo rispettando le regole. Quindi, l’abusivismo e poi i
condoni, minano immediatamente il territorio e la sicurezza di quelli insediati
con le carte in regola, e ancora espongono le generazioni future a un rischio
maggiore a causa dell’aumento del pericolo, perché secondo la scienza, con il
tempo cresce la possibilità che l’eruzione che verrà abbia un indice
energetico decisamente più alto delle stime probabilistiche attuali.
Come sia possibile con
siffatte premesse che lo Stato posso favorire i condoni edilizi in una zona dallo
stesso Stato classificato a rischio altissimo è un mistero giuridico. Un altro
mistero è come sia stato possibile in alcune cittadine il dilagare del fenomeno
abusivismo edilizio a livelli tali da generare un paese nel paese…da qui la
richiesta che riproponiamo con forza al premier Matteo Renzi, di una commissione d’inchiesta
parlamentare che faccia luce sul fenomeno.
Se la regione Campania
procede con il condono edilizio e la riattazione dei ruderi a scopo abitativo, dovrà
sperare per il futuro che la pace vulcanica sia una costante, perché potrebbe rischiare denunce per colpa cosciente, una particolare e grave imputazione giuridica
molto concreta e che invitiamo i nostri lettori ad approfondire.
Il fenomeno dell’abuso
edilizio ha assunto dimensioni drammatiche al punto che difficilmente sarà
possibile procedere agli abbattimenti di migliaia di edifici. Il dato l’abbiamo
recepito, concordiamo e ne discuteremo. Intanto sorge la necessità di porre
veramente la parola fine a ulteriori insediamenti residenziali nel settore a
rischio vulcanico. Solo dopo aver fissato un inamovibile paletto e aver
profferito nei fatti la parola basta!
si potrà procedere per decidere la sorte degli immobili abusivi. Le istituzioni intanto escano dallo stato di accidia in cui versano...
Secondo la nostra idea,
chi ha costruito abusivamente non può vedersi riconosciuto il diritto al
condono, perché non può esserci un passaggio di proprietà di un manufatto localizzato
in un settore a rischio vitale formalizzato con atti scritti dall’ex premier
Letta come spesso si pubblicizza con enfasi. Chi ha costruito si assuma la responsabilità della colpa e del bisogno
conclamato, abitandoci direttamente e senza lasciti di rischio a chicchessia. Questo deve
valere per i soli abusi cosiddetti di necessità che comportano già una
situazione di domicilio conclamato. Per tutte le altre costruzioni, spiccati e
palazzine e rustici e fabbricati allo stato grezzo o disabitati, tale regola non può valere perché
non c’è una situazione di allarme sociale o di emergenza abitativa. All'uopo si vigili attentamente perchè il tamburo del condono genera astuzie.
La polvere da sparo ha
rivoluzionato il modo di colpire da lontano senza neanche guardare negli occhi
il colpito: per la coscienza risulta molto più facile e accettabile…
figuriamoci quanta coscienza occorre nella tutela di una generazione che ancora
deve fare la sua comparsa sul pianeta Terra e che si ritroverà immersa tra
cento anni in una calca forse col dubbio amletico se conviene affrontare l’ira del
vulcano o la folla impazzita… Il futuro è sempre incerto, ma quello che sarà dipende intanto pure da noi.
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