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mercoledì 5 marzo 2014

Rischio Vesuvio: la zona rossa, la zona gialla e la zona blu...di Malko

Il complesso Somma-Vesuvio visto da Sarno

“ Rischio Vesuvio : Zona Rossa, Zona Gialla e Zona Blu” di MalKo

I lettori che seguono le vicende del piano di emergenza Vesuvio, oramai hanno imparato a conoscere la classificazione delle varie zone a rischio che caratterizzano i territori intorno al vulcano quiescente. L’area vesuviana e con essa il comprensorio su cui possono abbattersi i fenomeni vulcanici è molto vasta: comprende più province con un’ampiezza ovviamente misurata e rapportata all’intensità di un’eruzione sub pliniana, che è quella campione proposta negli scenari di riferimento dall'Osservatorio Vesuviano (INGV-OV) quale centro di competenza. L'importante documento è stato poi vagliato e accettato dalla Commissione Grandi Rischi (CGR) che ha introdotto la linea Gurioli, e quindi  alla fine il compendio scientifico è stato adottato dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC).
L’attuale situazione prevede una zona rossa, composta da 25 comuni, i cui 700.000 abitanti, qualora dovessero innalzarsi i livelli di allerta vulcanica (oggi base), dovranno evacuare. Lo start lo darebbe il Dipartimento della Protezione Civile che, avvertito dall'ente di sorveglianza (Osservatorio Vesuviano) e sentito la Commissione Grandi Rischi e la Presidenza del Consiglio, diramerebbe l’allarme. 
Facciamo notare che i comuni di Napoli, Pomigliano d’Arco e Nola, hanno ceduto al perimetro scarlatto non tutto il territorio di pertinenza ma, rispettivamente, solo una parte dei tre quartieri orientali, un’enclave ricadente all’interno del tenimento di Sant’Anastasia e una misurata porzione del nolano racchiusa  tra la linea di confine con Ottaviano e la località Piazzolla di Nola.
I comuni di seguito elencati sono quelli che ricadono in Zona Rossa:
  
 

* BOSCOREALE 
* POMPEI
* BOSCOTRECASE
* PORTICI
* CERCOLA
* SAN GENNARO VESUVIANO
* ERCOLANO
* SAN GIORGIO A CREMANO
* MASSA DI SOMMA
* SAN GIUSEPPE VESUVIANO
* * NAPOLI -  BARRA
* SAN SEBASTIANO AL VESUVIO
* * NAPOLI - PONTICELLI
* SANT’ANASTASIA
* * NAPOLI - SAN GIOVANNI A TED.
* SCAFATI
* * NOLA                    
* SOMMA VESUVIANA
* OTTAVIANO
* TERZIGNO
* PALMA CAMPANIA       
* TORRE ANNUNZIATA
* POGGIOMARINO         
* TORRE DEL GRECO
* POLLENA TROCCHIA
* TRECASE
* *POMIGLIANO D’ARCO (ENCLAVE)


Nella tabella appena proposta si notano alcuni asterischi:
* quello rosso sott’intende che quel comune è in zona rossa o comunque e a prescindere dalla differenziazione R1 o R2 sancita dai nuovi scenari, deve evacuare in caso di allarme.
** Gli asterischi rosso e giallo affiancati sottintendono che quel comune ha una parte di territorio in zona rossa, e una parte in zona gialla. Ad ogni buon conto la cartina sottostante è quella redatta dagli organi competenti ed è visivamente esplicativa.
 
zona rossa
La zona gialla è una zona immediatamente a ridosso di quella rossa, dove si stima, confidando nelle statistiche, che non dovrebbe essere invasa dai micidiali flussi piroclastici i cui limiti sono stati circoscritti appunto dalla linea Gurioli. Nella zona gialla il fenomeno temuto è quello della massiccia pioggia di cenere e lapillo eruttati dal vulcano che, precipitando e ammassandosi sui tetti in piano e magari recintati, determinerebbe in molti casi lo sprofondamento dei solai di copertura con un probabile effetto domino su quelli sottostanti.
La pericolosità della zona gialla è dettata dall’orientamento dei venti stratosferici nel momento in cui dovesse verificarsi l'eruzione. Infatti, in rapporto alla direzione di provenienza e alla velocità dei refoli, si andrebbe a formare una sorta di ellisse dove il fuoco sopravvento coinciderebbe all'incirca con la sorgente craterica d’emissione.

La zona gialla  si allunga in ragione della direzione dei venti stratosferici. 

Questi i comuni della Zona Gialla:

NAPOLI
SALERNO
AVELLINO
BENEVENTO
Acerra
Angri
Aiello del Sabato
Pannarano
Brusciano
Baronissi
Atripalda

Camposano
Bracigliano
Avella

Carbonara di Nola
Calvanico
Avellino

Casamarciano
Castel San Giorgio
Baiano

Casola di Napoli
Cava dei Tirreni
Capriglia Irpina

Castellammare di Stabia
Corbara
Cervinara

Castello di Cisterna
Fisciano
Cesinali

Cicciano
Mercato San Severino
Contrada

Cimitile
Nocera Inferiore
Domicella

Comiziano
Nocera Superiore
Forino

Gragnano
Pagani
Grottolella

Lettere
Pellezzano
Lauro

Liveri
Roccapiemonte
Manocalzati

Mariglianella
San Marzano sul Sarno
Marzano di Nola

Marigliano
San Valentino Torio
Mercogliano

Napoli quart. Barra
Sant’Egidio del Monte Albino
Monteforte Irpino

Napoli quart. Ponticelli
Sarno
Montefredane

Napoli quart. S. Giovanni
a Teduccio
Scafati
Montoro Inferiore

Nola
Siano
Montoro Superiore

Palma Campania
Tramonti
Moschiano

Pimonte

Mugnano del Cardinale

Poggiomarino

Ospedaletto d'Alpinolo

Pomigliano
d'Arco

Pago del Vallo di Lauro

Roccarainola

Pietrastornina

San Gennaro Vesuviano

Quadrelle

San Paolo Belsito

Quindici

San Vitaliano

San Martino Valle Caudina

Santa Maria la Carità

San Michele di Serino

Sant'Antonio Abate

San Potito Ultra

Saviano

Santa Lucia di Serino

Scisciano

Sant'Angelo a Scala

Striano

Santo Stefano del Sole

Tufino

Serino

Visciano

 Sirignano

Volla

Sorbo Serpico



Solofra



Sperone



Summonte



Taurano


C’è poi la zona blu, sovraimpressa per così dire alla zona gialla, dove i due fenomeni solidi e liquidi si esaltano a vicenda. Nella zona blu infatti, sono possibili pericolosi fenomeni di allagamento e alluvionamento dovuti all’impermeabilizzazione dei suoli per la caduta di ceneri fini e all’abbondanza di pioggia che segue generalmente gli eventi eruttivi. Il picco depressivo dove potrebbero indirizzarsi e concentrarsi le acque meteoriche si trova nel territorio di Nola, in quella che normalmente viene definita la fossa nolana. Chiaramente anche i paesi limitrofi che fanno parte di questo "bacino depresso" sarebbero coinvolti dall'innalzamento delle acque, in una misura rapportata oltre che dai millimetri di pioggia anche dalla capacità di deflusso offerta dai canali di smaltimento.
Questi i comuni, della provincia di Napoli che ricadono in Zona Blu :

Acerra
Marigliano
Brusciano
Nola
Camposano
Pomigliano d’arco
Castello di Cisterna
San paolo belsito
Cicciano
San vitaliano
Cimitile
Saviano
Mariglianella
Scisciano

Nola e Pomigliano d’Arco hanno la caratteristica o se vogliamo il primato di avere il loro territorio contemporaneamente in zona rossa,gialla e blu. 
Continua...


In questa cartina sono evidenti le tre zone che caratterizzano i territori a rischio del vesuviano

domenica 23 febbraio 2014

Rischio Vesuvio:i comuni della zona rossa e i gemellaggi con le regioni...di Malko


Arbusto prospiciente la Valle dell'Inferno (Vesuvio) e sullo sfondo l'orlo calderico del Mt. Somma



Rischio Vesuvio: il film Pompeii e i gemellaggi comuni-regioni innescano ansie nella zona rossa” di MalKo

Il governo Letta prima di chiudere i battenti ha firmato gli atti necessari per rendere operativi i gemellaggi tra i venticinque comuni della zona rossa Vesuvio con le Regioni italiane. In caso di necessità, infatti, i circa settecentomila abitanti del vesuviano dovranno essere ospitati dalle diciannove Regioni chiamate in causa da un atto di solidarietà che, probabilmente,dovrà essere foraggiato dallo Stato centrale.
La novità, in effetti, consiste nella firma del decreto e non nei gemellaggi che sono una vecchia argomentazione operativa. Ricordiamo ad esempio che nel 2001 il comune di Portici concepì l’esercitazione di protezione civile (Vesuvio 2001) consistente in una simulazione di evacuazione a fronte appunto del rischio vulcanico.
Si testarono in quell’occasione tutte le vie di allontanamento compreso quella ferroviaria e autostradale per raggiungere il comune di Bellaria, in Emilia Romagna. Infatti, era quella la Regione gemellata con Portici. Oggi hanno scelto il Piemonte: in tutti i casi l’associazione nazionale dei comuni (ANCI) ha chiesto di conoscere le logiche che hanno caratterizzato gli attuali abbinamenti comuni-regioni.
L’esercitazione di Portici tenutasi nel 2001 fu molto formativa e interessante e ricca di aneddoti. Il treno che doveva arrivare alle nove nella stazione di Portici, arrivò con circa un’ora di ritardo perché a Torre Annunziata, luogo di sosta notturna del convoglio, all’ispezione mattutina furono scoperte un certo numero di persone senza fissa dimora che stanziavano nei vagoni. Costoro dormivano placidamente negli scompartimenti con tutte le loro cose sparpagliate in gran disordine sui sedili. Nella ridente cittadina di Bellaria poi, si costatò, e solo all’arrivo, che il treno era più lungo della banchina di stazione…

Ritornando all’odierno, se gli allarmismi che si registrano in giro circa la possibilità di una prossima eruzione del Vesuvio sono frutto degli accordi sui gemellaggi appena sanciti, si risparmino pure ansie: l’argomento gemellaggi è decisamente vecchio e non è scaturito da allarme geologico. Per quanto riguarda il film Pompei, gustatevelo, soprattutto per il romantico finale senza lavorare di fantasia. Un accostamento lo si potrebbe fare tra film e realtà soprattutto per la parte politica relativa alla voglia di cemento...
Come successe con il terremoto dell’Aquila, occorre però, e ancora una volta ricordare, che una possibile eruzione non può essere predetta con largo anticipo (pena falsi allarmi) e neanche può essere esclusa. Gli esperti intanto prevedono di prevedere la risalita del fuoco astenosferico dal profondo in tempi comunque utili. Anche questa teoria o affermazione è un po’ vacua, perché per sostenere il concetto di tempo utile, è necessario conoscere prima i tempi d’evacuazione occorrenti ai settecentomila abitanti del vesuviano, soprattutto per darsela a gambe levate da quel misurato e affollato contesto territoriale litoraneo, stretto tra mare e monte e ricadente per intero nella  zona nera Gurioli.  
Oggi, la nuova zona rossa, quella da evacuare all’occorrenza, comprende l’area sotto riportata: come si vede i soli comuni di Nola e Napoli e Pomigliano d’Arco hanno ricevuto uno “sconto” sulla quantità di territorio soggetto ad evacuazione preventiva completa.
Ultima (?) riperimetrazione della zona rossa Vesuvio

La nostra impressione è che ci sia sempre qualche piccola furberia che regola la prevenzione in area vesuviana. Ad esempio, il territorio di Poggiomarino alla fine è stato deciso che dovrà essere evacuato in toto in caso di allarme: le statistiche, come anche per Scafati, gli sono sfavorevoli per quanto riguarda la pioggia di piroclastiti (cenere e lapilli). Buona parte dello stesso territorio non è sottoposto però ai limiti previsti dalla legge regionale 21/2003, per intenderci, quella che non consente più di edificare in termini residenziali. In altre parole, Poggiomarino non ha limiti nell’edilizia pur permanendo in zona rossa. A dire il vero non si capisce un granché…qualcosa non quadra. Dovremmo chiedere lumi all’assessore regionale Professor Edoardo Cosenza o al Dipartimento della Protezione Civile che sembra abbia ratificato il tutto.
La nostra teoria è che finché non si confeziona e si vara il piano di evacuazione della zona rossa Vesuvio, tutti i piani di fabbrica dovrebbero essere sospesi. Il baricentro dell’edilizia nel frattempo dovrebbe essere spostato sulle opere di pubblica utilità e sulle arterie stradali da farsi soprattutto in senso radiale al vulcano, senza narcotizzare la pubblica opinione con la sola strada statale 268 che non è per niente la risoluzione di tutti i problemi di viabilità evacuativa del vesuviano. Vorremmo poi capire quali sono i limiti dei 100 Km2 della zona blu: nessuno ne parla se non con propositi futuri. Eppure in questa zona gli scenari previsti avvertono che nella conca di Nola si debbano prevedere, soprattutto in seno ad eruzioni esplosive (portatrici d’acqua e di cenere impermeabilizzante), importanti fenomeni di alluvionamento. Durante l’eruzione del 1631 (EMA), infatti, i paesi di Marigliano e Cicciano furono sommersi da circa 2-3 metri d’acqua con fenomeni di dilagamento che cagionarono numerose vittime.
Prima di mettere mano a qualsiasi decisione operativa, dovremmo incominciare a lavorare di prevenzione, senza macchiavellismi e tour comunali a cura della Regione Campania per assicurare ai sindaci e non solo a quelli, che tutto sommato qualche pietra si può ancora mettere. Che ipocrisia…

TAVOLA DEI GEMELLAGGI COMUNI-REGIONI



BOSCOREALE
CALABRIA
BOSCOTRECASE
BASILICATA
CERCOLA
LIGURIA
ENCLAVE POMIGLIANO D’ARCO
VENETO
ERCOLANO
EMILIA ROMAGNA
MASSA DI SOMMA
MOLISE
NAPOLI - BARRA
LAZIO
NAPOLI - PONTICELLI
LAZIO
NAPOLI - SAN GIOVANNI A TEDUCCIO
LAZIO
NOLA
VALLE D’AOSTA
OTTAVIANO
LAZIO
PALMA CAMPANIA
FRIULI VENEZIA GIULIA
POGGIOMARINO
MARCHE
POLLENA TROCCHIA
TRENTINO ALTO ADIGE
POMPEI
SARDEGNA
PORTICI
PIEMONTE
S. GENNARO VESUVIANO
UMBRIA
S. GIUSEPPE VESUVIANO
VENETO
SAN GIORGIO A CREMANO
TOSCANA
SAN SEBASTIANO AL VESUVIO
PUGLIA
SANT’ANASTASIA
VENETO
SCAFATI
SICILIA
SOMMA VESUVIANA
LOMBARDIA
TERZIGNO
ABRUZZO
TORRE ANNUNZIATA
PUGLIA
TORRE DEL GRECO
LOMBARDIA
TRECASE
SICILIA

sabato 18 gennaio 2014

Rischio Vesuvio: Trecase e il ponte dei miracoli...di Malko



“Rischio Vesuvio, piano di evacuazione, Trecase e lo strategico ponte sull’A3…” di MalKo

L’assessore regionale alla protezione civile, Prof. Edoardo Cosenza, il 13 gennaio 2014, come si evince dal sito dei lavori pubblici, ha tenuto una riunione di coordinamento operativo sul ponte di via Vesuvio che sovrappassa l’autostrada (A3) collegando Torre Annunziata a Trecase. Questa struttura in corso di ultimazione, si legge, è un’importante via di fuga ritenuta molto strategica per i piani di evacuazione della zona rossa Vesuvio. L’assessore Cosenza vista l’importanza dell’opera, tiene costantemente informato sull’andamento dei lavori il capo dipartimento della protezione civile, il Pref. Franco Gabrielli

Questa nota giornalistica è stata presentata molto bene ed ha dalla sua la particolarità di offrire ai lettori una sensazione di rara e secca mobilitazione operativa da parte della Regione Campania, deputata insieme al dipartimento della protezione civile a elaborare un piano di evacuazione per la zona rossa Vesuvio. Dopo venti anni di commissioni e sottocommissioni, il cittadino apprendendo la bellissima notizia ha pensato che questa volta è stata imbroccata la strada giusta per raggiungere il famoso traguardo dell’ultimazione del piano di evacuazione Vesuvio. Bisognerà solo attendere un altro poco… dopodiché il postino busserà alla porta e ci consegnerà il plico contenente il vademecum comunale recante le istruzioni operative per evacuare la zona quando i prodromi indicheranno una dinamica pre eruttiva con valori al rialzo.

D’altro canto però, la stessa notizia cambiando semplicemente inquadratura, si presta bene per comprendere come funziona il sistema mediatico delle favole. I giornali in questo caso accogliendo lo spunto editoriale dall’ufficio regionale, accennano al ponte di via Vesuvio con titoli da strategico manufatto che salta fuori come geniale operazione dell’ufficio regionale, per assicurare ai trecasesi una risorsa stradale di fondamentale importanza da utilizzare come sentiero per l’evacuazione in caso di emergenza.

La realtà invece è ben diversa. Innanzitutto perché trattasi di un ponte sovra stradale che ha sostituito semplicemente quello preesistente rimosso in seguito ai lavori di ampliamento per la realizzazione della terza corsia sull’autostrada A3 Napoli – Salerno.  Il Vesuvio e i piani di evacuazione quindi, non c’entrano proprio niente. C’entrano invece i disagi per i cittadini costretti a impegnare lunghe deviazioni per superare poche diecine di metri.
Nell’immagine di copertina potete notare l’asfalto nuovo e la segnaletica orizzontale regolamentare. A parte l’odore di fresco però, il breve tracciato non ha stravolto il preesistente, e come tale adduce a una strada strettissima attraversata da un passaggio a livello che, una volta superato, porta a un successivo e classico e squadrato incrocio a quattro vie, particolarmente stretto nelle dimensioni, al punto da richiedere cautela nella svolta a destra per non invadere il marciapiede laterale. Un incrocio minimo nelle dimensioni, nevralgico e tra l’altro trafficatissimo. 

La stradina su cui aggetta e ci s’immette dal ponte, la potete vedere nella figura sottostante. E’ stretta al punto da rendere necessario una deviazione a destra all’altezza della segnaletica verticale costituita dal divieto di accesso e dalla direzione obbligatoria. Questo sarebbe in caso di emergenza il tracciato strategico evacuativo? Speriamo di no!



Quello dei giornali che decidono cosa riferire e con quale enfasi comunicare la notizia con il potere di indirizzare poi l’opinione pubblica, rassicuarandola o agitandola o schierandola, è un problema vecchio ed evincibile nel campo della protezione civile, già nella questione del terremoto dell’Aquila e della condanna subita dalla commissione grandi rischi (CGR). In quel caso la natura sconfessò le rassicurazioni che diedero cinque giorni prima del micidiale sisma gli esperti che sono stati tutti condannati dal Tribunale dell’Aquila a sei anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici.
In quell’occasione ci fu una buona parte della stampa che diede corpo a un fuoco difensivo a titoli cubitali contro i giudici tacciati e ritenuti cacciatori di streghe, per l’assurda sentenza di condanna della scienza e la sua impossibilità a prevedere i terremoti.  Addirittura l’ex ministro Corrado Clini parlò di processo alla stregua di quello che subì l’eretico Galileo Galilei… Dimenticando che il grande scienziato fu dimessa vittima del potere, e non servile complice…
L’INGV difese ovviamente a spada tratta gli scienziati “giustiziati”, preparando un appello firmato da molti luminari che chiedevano un passo indietro della magistratura e una revisione del processo.
La sfortuna dei detrattori del giudice Marco Billi sono state le intercettazioni telefoniche che hanno dimostrato che la riunione della commissione grandi rischi del 31 marzo 2009, non fu altro che un’operazione mediatica organizzata e gestita dal capo dipartimento della protezione civile, Guido Bertolaso, che inviò sul posto anche il suo fido Bernardo De Bernardinis, per stroncare il tecnico Giuliani e i suoi allarmismi al radon. Altro che valutare scientificamente la situazione…

Che la stampa, generalizzando, debba darsi una rivisitata lo apprendiamo anche dalla notizia recente che circola a fatica sul web, e che riguarda la rivista Nature e il suo ostracismo nel pubblicare una replica di un certo numero di scienziati anche italiani come risposta alla lettera aperta di Enzo Boschi, ex componente della CGR,  in cui ancora una volta parla di incredibile processo alla scienza e di una condanna ingiusta.
Dalle pagine del quotidiano britannico Guardian, il premio nobel Randy Sheckman, ha criticato pesantemente le riviste scientifiche Nature e Science perché pubblicano notizie in linea con il potere scientifico dominante del momento, sostanzialmente denunciando che si pubblicano solo notizie gradite all’èlite o alla massa, trascurando quel manipolo di oppositori che pure avrebbe tanto da dire o da replicare.
Enzo Boschi è quello cui la sentenza di condanna indubbiamente va particolarmente stretta. Si difende male però, perché continua ad affermare che è stato condannato perché non ha previsto il terremoto e non perché consapevolmente o inconsapevolmente è stato coinvolto in un gioco cinico, dettato da uno stizzito potentucolo che ha organizzato una sceneggiata trasformatasi in tragedia solo per stroncare un caparbio tecnico…
Le notizie oramai se le pubblicano quelli che le confezionano attraverso un web replicante. Dalle nostre note di testa si capisce che l’affaire Vesuvio incomincia a scottare con tutte le inadempienze che lo accompagnano: c’è bisogno di qualche risposta… ma non si risolve il problema con notizie edulcorate  utili solo ad anestetizzare l’opinione pubblica. Il ponte di Trecase necessitava l’urgente riapertura per motivi di disagio, e non perché è una strategica via di fuga, vista anche la striminzita larghezza delle corsie che sono un chiaro segno di un'opera realizzata al risparmio. 
Dopo il Vesuvio la cronaca rilancia gli allarmi per il Marsili… Occorrerebbe monitorarlo dicono gli esperti, perché potrebbe eruttare. Il progetto dell’Eurobuiding prevede la perforazione del vulcano sommerso per uso geotermico. La sicurezza dell’operazione è affidata a un nutrito gruppo di scienziati dell’INGV che fanno parte del comitato di sicurezza. Chissà se faranno il pozzo pilota anche lì alla stregua di quello fatto ai Campi Flegrei (CFDDP). Abbiamo chiesto all’INGV che occupa ruoli di primo piano nel Marsili project, se la perforazione del vulcano sommerso potrebbe cagionare sollecitazioni pericolose per la formazione di frane portatrici di onde anomale. Attendiamo ancora una risposta, ma sono passati solo cinque mesi.