Il Vesuvio |
I
livelli di allerta vulcanica servono
a sintetizzare attraverso un colore o un termine, lo stato di “agitazione” del
distretto vulcanico in esame. Il monitoraggio continuo dei valori geochimici e
geofisici viene attuato da una struttura generalmente scientifica che ha anche
le competenze specialistiche necessarie per vagliare, analizzare, valutare e
infine esprimere un parere sullo stato di unrest del vulcano. E’ prassi nel
nostro Paese, che la valutazione finale circa la pericolosità di un apparato spetti poi alla Commissione Grandi Rischi sezione rischio vulcanico, tra l’altro e
di recente rinnovata. Il referente di questo settore è ora il prof. Pierfrancesco
Dellino, ordinario di Geochimica e vulcanologia
presso l’università di Bari.
Il
livello di allerta base - verde - indica che non si denotano
variazioni significative dei parametri geochimici e geofisici monitorati. Ciò
non toglie che il rischio eruttivo anche al livello base non è mai totalmente assente
ma solo basso.
Il
livello di allerta attenzione – giallo - indica che uno o più parametri legati ai dinamismi del vulcano sono cambiati e, quindi, si richiede un
potenziamento di tutte quelle attività tecnico scientifiche atte a meglio
inquadrare i processi endogeni in corso.
Il
livello di allerta pre allarme - arancione - indica che le variazioni
geochimiche e geofisiche presentano incrementi preoccupanti che potrebbero
richiedere il passaggio successivo al livello di massimo pericolo.
Il
livello di allerta allarme - rosso - indica che tutti i parametri
fino a quel momento monitorati, lasciano ritenere molto probabile un’eruzione.
Livelli di allerta vulcanica |
Il
dato rilevante ai fini della tutela delle popolazioni esposte al rischio
eruttivo è che bisogna tenere in debito conto, è la progressione dei
tempi di attesa tra un livello di allerta e un altro: purtroppo non c'è proporzionalità
aritmetica. Questo significa che si potrebbe passare da un colore all’altro in
tempi molto differenti tra loro, magari con estrema lentezza o con una rapidità
tale, da rendere possibile addirittura il salto di un livello. Viceversa
la regressione sarebbe generalmente piuttosto lenta…
D’altro
canto ricordiamo pure che tutte le stime sul momento esatto dell'eruzione sono di taglio probabilistico, e anche se possono
essere statisticamente molto alte, non potranno mai raggiungere la certezza deterministica
del 100% che può essere data solo e tangibilmente dalla ripresa eruttiva.
I
piani di evacuazione prevedono che dall’atto della dichiarazione dello stato di
allarme le operazioni di allontanamento rapido della popolazione debbano durare complessivamente al massimo tre giorni (72 ore). La Regione Campania ha così diviso questo tempo: 12 ore per organizzare la macchina evacuativa; 48 ore per evacuare tutti i cittadini dal vesuviano o dal flegreo e le ultime 12 ore rimanenti sono intese come grasso che cola, cioè un surplus di
tempo disponibile per recuperare eventuali disfunzioni che
dovessero manifestarsi durante le operazioni di allontanamento.
E’
interessante altresì segnalare che burocraticamente il passaggio allo stato di attenzione vulcanica viene sancito dal
dipartimento della protezione civile sentito il presidente della regione
interessata. I livelli di allerta di pre allarme e allarme invece, vengono dichiarati dalla presidenza del consiglio dei ministri previa
consultazione col presidente della regione interessata.
livelli di allerta e fasi operative |
Molto
riassuntivamente ricordiamo che nella fase di attenzione bisogna rodare a cura
del Comune, il piano di evacuazione messo a punto precedentemente, e verificare
ed eliminare tutte le criticità eventualmente esistenti nella viabilità e nel
sistema locale di protezione civile. La fase di attenzione inoltre, richiede e si
caratterizza per l’informazione da dare ai cittadini, che dovrà essere chiara, puntuale
e a cura del sindaco o degli organi dipartimentali. Anche l’Osservatorio
Vesuviano ad esempio, stante lo stato di attenzione vigente tuttora ai
Campi Flegrei, emana un bollettino informativo settimanale oltre a quello mensile.
Non bisogna confondere però, il bollettino scientifico da quello tecnico e
amministrativo emanato dal sindaco, che dovrà contenere notizie utili all’organizzazione
sociale e operativa del territorio in emergenza.
La
fase operativa di pre allarme,
comporta l’evacuazione preventiva degli ospedali e delle case di cura e delle
carceri, così come sarà necessario mettere in sicurezza i beni culturali trasportandoli altrove ove possibile, o comunque tentare di metterli al riparo. In
questo contesto è anche possibile che, quella parte di popolazione che lo
desidera e che ha una residenza alternativa in luogo sicuro, possa allontanarsi
autonomamente dalla zona a rischio vulcanico, magari segnalando lo spostamento
all’autorità locale. In questo caso è previsto per chi va via un contributo di autonoma assistenza.
La
fase di allarme prevede la totale e
obbligatoria evacuazione delle popolazioni dalla zona rossa secondo le modalità
previste dai piani di evacuazione che in verità ancora non si ufficializzano e quindi non
sono vigenti. L’uscita dalla zona dichiarata pericolosa è consentita attraverso
percorsi prestabiliti e da punti prestabiliti (cancelli). L'allontanamento riguarda anche il personale di tutte le forze istituzionali e volontari intervenuti.
Ovviamente
l’evacuazione può avvenire con autovetture private o con mezzi collettivi (Bus),
con esigenze di alloggio diversificate secondo le necessità previste dallo
schema riassuntivo che vi segnaliamo in basso, che classifica in A, B e C, le
varie condizioni delle famiglie e dei singoli.
Le tre classi di assistenza |
La
Regione Campania è stata individuata dal dipartimento come ente referente per alcuni
piani di settore: il più importante è quello ad oggetto le procedure e i mezzi
e quant’altro necessita per l’allontanamento
della popolazione dalla zona rossa; ed ancora tutto ciò che richiede e investe
la Sanità e le telecomunicazioni di emergenza.
La
strategia del piano di emergenza ad oggetto il rischio Vesuvio ma similmente
anche per i Campi Flegrei, prevede come detto che nella fase di allarme la
popolazione lasci la zona rossa usando i percorsi predefiniti nei piani locali
armonizzati con le municipalità limitrofe. Coloro che sono appiedati devono recarsi nelle aree di attesa (comunali) secondo le
modalità e i mezzi previsti dal piano comunale di protezione civile.
Dalle
aree di attesa alle aree di incontro
(fuori zona rossa), il trasporto è assicurato da un servizio autobus/navetta a
cura della Regione Campania.
Dalle
aree di incontro ai punti di prima
accoglienza, il trasferimento è garantito dalla regione ospitante (individuabile nella carta dei gemellaggi), e fino alle strutture di accoglienza.
Strategia del piano di evacuazione a fronte del rischio Vesuvio |
la mappa dei gemellaggi previsti per l'area vesuviana |
Gemellaggi previsti per l'area flegrea |
In conclusione dobbiamo ricordare che generalmente i livelli di allerta vulcanica, possono prevedere risposte operative molto diverse fra di loro, in ragione delle caratteristiche del vulcano da cui bisogna difendersi. Un apparato prevalentemente effusivo potrebbe non richiedere un'evacuazione totale e preventiva della zona vulcanica, come invece è previsto e necessario quando il vulcano potrebbe caratterizzarsi per manifestazioni eruttive di tipo esplosivo, come ad esempio il Vesuvio o i Campi Flegrei.
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