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sabato 19 aprile 2014

Rischio Vesuvio: finanziamento dei piani d'emergenza.




All'orizzonte il Vesuvio visto da Capri
“Rischio Vesuvio e Campi flegrei: soldi per i piani d’emergenza...“ di MalKo

Un po’ di denari dalla comunità europea passeranno alle casse dei comuni della Campania tramite la Regione, in base al progetto di finanziamento per le amministrazioni locali e provinciali che vogliono redigere o aggiornare i piani d’emergenza a fronte di calamità naturali o antropiche.
Da una serie di quesiti inoltrati al competente ufficio regionale, sembra di capire che diverse amministrazioni comunali  sarebbero ben liete di appaltare l’impegno intellettuale di redazione del piano d’emergenza a istituzioni, esperti o professionisti esterni. La Regione ha risposto che ciò è possibile attraverso convenzioni stilate secondo le regole previste dalla pubblica amministrazione in tema di contratti e incarichi. Insomma, si può demandare la funzione …
Riteniamo poco utile una siffatta possibilità, perché in caso di necessità le responsabilità anche giuridiche di tutela della popolazione ricadono sempre e comunque in capo al sindaco (autorità locale di protezione civile) e agli uffici comunali pertinenti. L’esperto a cui si affida l’incarico, istituzionale  o non istituzionale che sia, non ha alcune responsabilità sull’efficacia  dell'elaborazione prodotta, e sovente si smarca dall'investitura, e non potrebbe essere diversamente, il giorno successivo alla risoluzione contrattuale. 

Se il piano d’emergenza e d’evacuazione non si partorisce in loco e con le forze a disposizione, seppur tra gli affanni, generalmente al primo intoppo si sbraca … 

D’altra parte la Regione ha molti esperti che possono rispondere a tutti i dubbi che dovessero presentarsi a livello locale nell'applicazione e interpretazione delle strategie  di pianificazione delle emergenze. I piani non possono essere elaborati liberamente ma devono rispettare almeno nelle linee principali i canoni previsti dalle direttive regionali e dipartimentali (Protezione Civile). Questo significa che l’aiuto preponderante e diretto non può che pervenire dagli uffici regionali di piano, che già hanno attivato una (FAQ) che abbiamo apprezzato per l'indubbia e immediata utilità consultiva.

Siamo sicuri che la richiesta di essere supportati da esperti esterni all’amministrazione, sarà comunque pervenuta esclusivamente da quei Comuni che non hanno partecipato alle campagne di formazione varate dalla Regione Campania in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e l'Osservatorio VesuvianoTali sessioni formativeinfatti, avevano appunto il precipuo compito di assicurare una valida preparazione professionale ad un certo numero di tecnici degli enti locali e provinciali e prefettizi, in tema di protezione civile e gestione delle emergenze, acchè si dedicassero poi e nelle rispettive sedi di appartenenza, alla redazione appunto dei piani d’emergenza e di evacuazione che, ricordiamo, non sono la stessa cosa. 

Il Decreto dirigenziale (Regione Campania) n° 60 del 29 gennaio 2014, nella tipologia degli investimenti ammissibili contempla e prevede elargizione di denari anche europei per le seguenti finalità:
o       Redazione di piani d’emergenza comunali o comprensoriali.
o    Aggiornamento di piani d’emergenza comunali o comprensoriali già redatti o da conformare alle direttive regionali e dipartimentali (Protezione Civile).
o  Diffusione informativa dei piani d’emergenza già redatti o da redigersi alla popolazione.
o   Potenziamento dei sistemi atti a gestire le emergenze da parte dei comuni e delle province.

Per molte municipalità tale redazione sarà sostanzialmente facile, ma non per quelle ricadenti in settori sottoposti al rischio vulcanico, dove il  piano d’emergenza dovrà contenere ineluttabilmente anche quello di evacuazione, altrimenti abbiamo perso tempo e dato input ai cittadini per altri ricorsi alla corte europea di Strasburgo sui diritti dell’uomo (CEDU).  I comuni che rientrano in aree vulcaniche sono:

Zona rossa Vesuvio
Zona rossa Flegrea
Zona rossa Ischia
BOSCOREALE
BACOLI
?
BOSCOTRECASE
MARANO
?
CERCOLA
MONTE DI PROCIDA
?
ERCOLANO
NAPOLI (quartieri )
?
MASSA DI SOMMA
POZZUOLI
?
NAPOLI  (3 quartieri)
QUARTO
?
NOLA       (parziale)

?
OTTAVIANO


PALMA CAMPANIA


POGGIOMARINO


POMIGLIANO D’ARCO (enclave)


POMPEI


PORTICI


SAN GENNARO VESUVIANO


SAN GIORGIO A CREMANO


SAN GIUSEPPE VESUVIANO


SAN SEBASTIANO AL VESUVIO


SANT’ANASTASIA


SCAFATI


SOMMA VESUVIANA


TERZIGNO


TORRE ANNUNZIATA


TORRE DEL GRECO


TRECASE






Nelle FAQ se non c’è già una tale domanda la anticipiamo noi: per Ischia quali sono i comuni da ritenere a rischio vulcanico? In altre parole è tutta l’isola che è sottoposta a un siffatto rischio? Urge velocemente una risposta…

Nuova Zona rossa Vesuvio
Lo stimolo regionale tratta soprattutto d’interventi immateriali da finanziare. Quindi, se le richieste vertono solo sull’acquisto di attrezzature e mezzi dovrebbero essere prontamente rigettate. Lo stesso dicasi per le attività di formazione che sono sancite da altre iniziative di tipo regionale come accennato in precedenza. Bisogna allora che si spremano le meningi e si elaborino piani d‘emergenza e di evacuazione ben concepiti e chiari, anche perché dovranno poi essere  pubblicati in rete sui portali comunali e provinciali, onde rispettare il patto dell’informazione corretta e puntuale da assicurare ai cittadini a cura del sindaco. 

Ricordiamo ai Comuni che ospitano industrie a rischio (nella figura sottostante i siti maggiormente rilevanti ubicati nella provincia di Napoli), che anche in questo caso bisogna acquisire se non lo si è già fatto, il piano d’emergenza redatto dalla direzione dello stabilimento, onde carpire tutte le informazioni utili e necessarie per affrontare eventualmente le emergenze ipotizzate nel documento di analisi del rischio, onde procedere a una pianificazione che contempli strategie comuni che limitino danni diretti e indiretti alla salute dei cittadini. 
Non sappiamo con esattezza quanti Comuni hanno aderito al bando per essere finanziati in tema di sicurezza. Semmai ci fosse qualche Comune che non ha inteso partecipare, la sicurezza di quei cittadini dovrà essere comunque assicurata attraverso provvedimenti in surroga utili per garantire in ogni caso l'imprescindibile diritto alla sicurezza.


1 commento:

  1. Ovviamente con la nuova ridefinizione della zona rossa flegrea l'area si è allargata e con essa le municipalità che comprendono alcuni quartieri del comune di Giugliano ed altri ancora del comune di Napoli. http://rischiovesuvio.blogspot.it/2015/01/rischio-vesuviooggi-piu-di-ieri-e-meno.html

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