All'orizzonte il Vesuvio visto da Capri |
Un po’
di denari dalla comunità europea passeranno alle casse dei comuni della
Campania tramite la Regione, in base al progetto di finanziamento per le
amministrazioni locali e provinciali che vogliono redigere o aggiornare i piani
d’emergenza a fronte di calamità naturali o antropiche.
Da una serie di quesiti inoltrati al competente ufficio
regionale, sembra di capire che diverse amministrazioni comunali
sarebbero ben liete di appaltare l’impegno intellettuale di redazione del piano d’emergenza a istituzioni, esperti o professionisti esterni. La Regione ha risposto che ciò è possibile
attraverso convenzioni stilate secondo le regole previste dalla pubblica
amministrazione in tema di contratti e incarichi. Insomma, si può demandare
la funzione …
Riteniamo
poco utile una siffatta possibilità, perché in caso di necessità le
responsabilità anche giuridiche di tutela della popolazione ricadono sempre e
comunque in capo al sindaco (autorità locale di protezione civile) e agli
uffici comunali pertinenti. L’esperto a cui si affida l’incarico, istituzionale
o non istituzionale che sia, non ha alcune responsabilità sull’efficacia dell'elaborazione prodotta, e sovente si
smarca dall'investitura, e non potrebbe essere diversamente, il giorno
successivo alla risoluzione contrattuale.
Se il
piano d’emergenza e d’evacuazione non si partorisce in loco e con le forze a
disposizione, seppur tra gli affanni, generalmente al primo intoppo si sbraca …
D’altra parte la Regione ha molti esperti che possono rispondere a tutti
i dubbi che dovessero presentarsi a livello locale nell'applicazione e
interpretazione delle strategie di pianificazione delle emergenze. I
piani non possono essere elaborati liberamente ma devono rispettare almeno
nelle linee principali i canoni previsti dalle direttive regionali e
dipartimentali (Protezione Civile). Questo significa che l’aiuto preponderante e
diretto non può che pervenire dagli uffici regionali di piano, che già hanno
attivato una (FAQ) che
abbiamo apprezzato per l'indubbia e immediata utilità consultiva.
Siamo sicuri che la richiesta di essere supportati da esperti esterni all’amministrazione, sarà comunque pervenuta esclusivamente da quei Comuni che non hanno partecipato alle campagne di formazione varate dalla Regione Campania in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e l'Osservatorio Vesuviano. Tali sessioni formative, infatti, avevano appunto il precipuo compito di assicurare una valida preparazione professionale ad un certo numero di tecnici degli enti locali e provinciali e prefettizi, in tema di protezione civile e gestione delle emergenze, acchè si dedicassero poi e nelle rispettive sedi di appartenenza, alla redazione appunto dei piani d’emergenza e di evacuazione che, ricordiamo, non sono la stessa cosa.
Siamo sicuri che la richiesta di essere supportati da esperti esterni all’amministrazione, sarà comunque pervenuta esclusivamente da quei Comuni che non hanno partecipato alle campagne di formazione varate dalla Regione Campania in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e l'Osservatorio Vesuviano. Tali sessioni formative, infatti, avevano appunto il precipuo compito di assicurare una valida preparazione professionale ad un certo numero di tecnici degli enti locali e provinciali e prefettizi, in tema di protezione civile e gestione delle emergenze, acchè si dedicassero poi e nelle rispettive sedi di appartenenza, alla redazione appunto dei piani d’emergenza e di evacuazione che, ricordiamo, non sono la stessa cosa.
Il Decreto dirigenziale (Regione
Campania) n° 60 del 29 gennaio 2014, nella tipologia degli investimenti
ammissibili contempla e prevede elargizione di denari anche europei per le
seguenti finalità:
Per molte municipalità tale
redazione sarà sostanzialmente facile, ma non per quelle ricadenti in settori
sottoposti al rischio vulcanico, dove il
piano d’emergenza dovrà
contenere ineluttabilmente anche quello di evacuazione, altrimenti abbiamo perso tempo e
dato input ai cittadini per altri ricorsi alla corte europea di Strasburgo sui
diritti dell’uomo (CEDU). I comuni che rientrano in aree vulcaniche sono:
o
Redazione di piani d’emergenza comunali o comprensoriali.
o Aggiornamento di piani d’emergenza comunali o comprensoriali già
redatti o da conformare alle direttive regionali e dipartimentali (Protezione
Civile).
o Diffusione informativa dei piani d’emergenza già redatti o da
redigersi alla popolazione.
o Potenziamento dei sistemi atti a gestire le emergenze da parte
dei comuni e delle province.
Zona rossa Vesuvio
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Zona rossa Flegrea
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Zona rossa Ischia
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BOSCOREALE
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BACOLI
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?
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BOSCOTRECASE
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MARANO
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?
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CERCOLA
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MONTE DI PROCIDA
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?
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ERCOLANO
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NAPOLI (quartieri )
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?
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MASSA DI SOMMA
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POZZUOLI
|
?
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NAPOLI (3 quartieri)
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QUARTO
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?
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NOLA (parziale)
|
?
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OTTAVIANO
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PALMA CAMPANIA
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POGGIOMARINO
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POMIGLIANO D’ARCO
(enclave)
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POMPEI
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PORTICI
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SAN GENNARO
VESUVIANO
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SAN GIORGIO A
CREMANO
|
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SAN GIUSEPPE
VESUVIANO
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SAN SEBASTIANO AL
VESUVIO
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SANT’ANASTASIA
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SCAFATI
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SOMMA VESUVIANA
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TERZIGNO
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TORRE ANNUNZIATA
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TORRE DEL GRECO
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TRECASE
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||
Nelle
FAQ se non c’è già una tale domanda la anticipiamo noi: per Ischia quali sono i
comuni da ritenere a rischio vulcanico? In altre parole è tutta l’isola che è
sottoposta a un siffatto rischio? Urge velocemente una risposta…
Nuova Zona rossa Vesuvio |
Lo
stimolo regionale tratta soprattutto d’interventi immateriali da finanziare. Quindi, se le richieste
vertono solo sull’acquisto di attrezzature e mezzi dovrebbero essere
prontamente rigettate. Lo stesso dicasi per le attività di formazione che sono
sancite da altre iniziative di tipo regionale come accennato in precedenza.
Bisogna allora che si spremano le meningi e si elaborino piani d‘emergenza e di
evacuazione ben concepiti e chiari, anche perché dovranno poi essere pubblicati in rete sui
portali comunali e provinciali, onde rispettare il patto dell’informazione
corretta e puntuale da assicurare ai cittadini a cura del sindaco.
Ricordiamo ai Comuni che ospitano industrie a rischio (nella figura sottostante i siti
maggiormente rilevanti ubicati nella provincia di Napoli), che anche in questo
caso bisogna acquisire se non lo si è già fatto, il piano d’emergenza redatto
dalla direzione dello stabilimento, onde carpire tutte le informazioni utili e
necessarie per affrontare eventualmente le emergenze ipotizzate nel documento di analisi del rischio, onde procedere a una pianificazione che contempli strategie comuni che
limitino danni diretti e indiretti alla salute dei
cittadini.
Non
sappiamo con esattezza quanti Comuni hanno aderito al bando per essere
finanziati in tema di sicurezza. Semmai ci fosse qualche Comune che non ha
inteso partecipare, la sicurezza di quei cittadini dovrà essere comunque assicurata attraverso provvedimenti in surroga utili per garantire in ogni caso l'imprescindibile diritto alla sicurezza.