Nelle ultime settimane ai Campi Flegrei si è avvertita una
certa recrudescenza degli eventi simici: molteplici ma a bassa intensità. I terremoti hanno generato apprensione nella popolazione, e soprattutto in quei cittadini che seguono con motivato interesse l’evolversi
dei fenomeni bradisismici: In tutti i casi senza allarmismi
particolari. Del resto ci si abitua a tutto…
Nella settimana dal 17 al 23 aprile 2023, riferisce l’osservatorio vesuviano, nell’area dei Campi Flegrei sono stati localizzati 67 terremoti, di cui il più intenso è stato di Md 2,2. Il rigonfiamento dei suoli registrato alla stazione GPS del Rione Terra, è stato di circa 102 cm. a partire da gennaio 2011. Per quanto riguarda i parametri geochimici invece, pare che non ci siano variazioni significative rispetto ai dati precedenti.
Con queste premesse, nel puteolano vige preoccupazione per il bradisismo inteso come fenomeno che potrebbe indurre danni ai fabbricati. Riteniamo che i problemi siano riconducibili per lo più a fessurazioni sulle pareti, e ove si presentassero dovrebbero essere largamente investigati, perché oltre al bradisismo, nel flegreo marcia di pari passo la sismicità anche se a bassa intensità. Questo vuol dire che in ultima analisi a quale dei due fenomeni naturali bisogna accollare le fessure che abbiamo individuato sul muro è difficile dirlo, anche se nella maggior parte dei casi la lesione dovrebbe essere riconducibile ai terremoti o ad assestamenti del terreno. Infatti, il bradisismo provoca sollevamento del suolo, ma non così puntiforme da generare asimmetrie ravvicinate e tali da indurre reazioni squilibrate sulle fondazioni dei palazzi. Anche se nella malaugurata ipotesi la "zolla" su cui grava l'edificio dovesse presentare una inclinazione, i possibili danni alle case potrebbero presentarsi ma a valori diversi dal millimetrico. In altre parole e chiarendo il concetto con un esempio, sollevando un tavolo al cui centro è posto un palazzo, quest'ultimo non dovrebbe subire alcun danno a prescindere dell'altezza che raggiunge il piano, purché quest'ultimo si mantenga entro certi limiti livellato. D'altra parte il sollevamento è talmente lento, da non generare neanche problemi di accelerazione o di repentinità dei dislivellamenti...
Per poter avere un quadro analitico dei livelli nell'area
interessata dal bradisismo, sarebbe interessante conoscere le quote del terreno
intorno al punto di massimo sollevamento del suolo (102 cm.), corrispondente al
Rione Terra di Pozzuoli. Da qui bisognerebbe individuare con precise misurazioni, la curvilinea del
livello dei 50 centimetri, la isoipsa, e poi quella dello zero, cioè i limiti della zona che
non ha subito alcuna deformazione verso l’alto. Dati che dovrebbe poi essere riportati su carta, secondo le logiche delle isoipse topografiche. Probabilmente
il disegno sottostante chiarisce meglio delle parole quello che abbiamo appena
cercato di argomentare.
Nella zona flegrea e nello spazio coi satelliti, esistono
strumentazioni particolarmente sensibili e precise al millimetro, che
potrebbero offrire i risultati topografici appena auspicati. Le isoipse riportate su carta darebbero, rispetto alle immagini di rigonfiamento areale, la possibilità di focalizzare l’attenzione sulle caratteristiche della "gobba" bradisismica, e sui punti maggiormente esposti alle differenze di altezza, partendo
dal principio topografiche che isoipse ravvicinate indicano un dislivello verticale più accentuato perchè spalmato su una minore distanza orizzontale. Nel nostro caso dovremmo parlare di valori
veramente minimi: ma non abbiamo dati su cui ponderare una valutazione oggettiva… In altre parole se il palazzo non si trova col suo perimetro
di base su due punti a differenti quote, difficilmente dovrebbe essere
vulnerabile, soprattutto se le fondamenta non sono di vecchia fattura.
Per meglio capire il concetto, è da notare che in altri casi
calamitosi, per esempio in una condizione di frana o alluvionamento dinamico, si possono
creare addirittura vuoti parziali sotto le fondamenta di un casamento, con lo stabile che resisterebbe
staticamente grazie alla tipologia della robusta fondazione, generalmente a solaio rovescio o a platea armata, che distribuirebbe il carico sugli
appoggi residui senza cedere nei tratti pensili. A rigor di logica allora, una casa
realizzata secondo criteri antisismici, generalmente dovrebbe ben sopportare tanto un bradisismo accentuato, quanto i terremoti. D’altra
parte gli esperti assicurano che di solito in area vulcanica le scosse telluriche sono di magnitudo non eccezionali, fatto salvi i sommovimenti registrabili in
una fase pre eruttiva ed eruttiva. Fotografando l’attualità e la situazione, il rischio
maggiore nel flegreo dovrebbe essere ancora una volta quello eruttivo. Con un bradisismo triplicato negli effetti, non si escluderebbe la dichiarazione dello stato di allarme, con l’evacuazione totale dei
cittadini dalla zona rossa. Un po' diversi sono gli approcci ai servizi tecnologici come acqua e
gas, perché hanno una continuità strutturale orizzontale, che li rende più vulnerabili alle
crisi bradisismiche.
Il comune di Pozzuoli può darsi che abbia già assicurato l’apertura
di un ufficio bradisismo in seno a quello di protezione civile, con tecnici deputati 24 ore su 24, in presenza o
tramite la reperibilità, a garantire sopralluoghi a chi ne faccia richiesta,
soprattutto dopo eventi sismici inusuali. Il coinvolgimento degli ordini professionali
in chiave volontaria sarebbe auspicabile.
Il rischio eruttivo è quindi ben presente nel flegreo, con tutta la
sua indeterminatezza, sia sul quando potrebbe presentarsi l’evento, sia con quale indice di
esplosività vulcanica (VEI). A fronte di questi dubbi, il piano di emergenza
che si traduce nel piano di evacuazione, dovrebbe essere l'unico strumento di salvaguardia influenzabile dalla politica, sia in termini operativi che preventivi. Un piano di evacuazione areale per essere efficace dovrebbe essere "autoportante" e con
poche ma basilari istruzioni. L’attuale aggiornamento del documento fatto dalla regione
Campania, non siamo riusciti a leggerlo tutto, perchè non particolarmente chiaro e quindi ci si perde tra le mappe.
Una delle mappe a corredo dell'aggiornamento del piano di evacuazione della zona rossa flegrea |
Per agevolare il compito dell'attento e civico cittadino allora, sarebbe il caso che l’autorità competente incominci a chiarire nelle prime pagine dell'aggiornamento, cosa è cambiato nelle procedure evacuative rispetto al modello precedente, e quali miglioramenti caratterizzano nell’odierno questa aggiornatissima pianificazione di emergenza.
La nostra posizione sul piano di evacuazione continua a essere scettica, soprattutto quando si parla di aree di attesa e orari (appuntamenti) per essere prelevati. Così come riteniamo di difficile esecuzione l’evacuazione con veicoli privati che devono rispettare orari di allontanamento: procedura che ha una sua logica per mantenere i flussi automobilistici costanti, ma che potrebbe rivelarsi una strategia difficilmente attuabile in condizioni di panico diffuso, che s’innescherebbe, statene certi, se dovessero presentarsi prodromi pre eruttivi chiaramente avvertiti dalla popolazione, come boati e tremore sismico perdurante. Rimane poi il grosso problema della zona gialla contigua alla zona rossa, quella che si estende per i primi chilometri dal confine di alta pericolosità vulcanica, che sarebbe da evacuare parimenti per i notevoli volumi di cenere e lapilli che ricadrebbero al suolo. Rimanendo nel merito della zona gialla, oggi ci sono discordanze sul da farsi, già con la zona rossa 2 del Vesuvio: quella flegrea tra l'altro neanche è stata determinata... Il successo del piano di emergenza probabilmente si giocherà tutto sulla fase di preallarme...
Leggiamo da Terra Nostra News, che nella ex Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli, si terrà dal 2 maggio 2023 e fino al 5, il Workshop internazionale ‘Genesis and dynamics of large calderas: Campi Flegrei and Campanian Plain’. Un evento non sapremmo quanto importante, ma in tutti i casi è stato preannunciato dal Direttore della sezione di Napoli del CNR-ISMAR, che il Workshop servirà anche a mettere a punto un grande progetto di ricerca internazionale sulla caldera dei Campi Flegrei e sull’Ignimbrite Campana, attraverso studi crostali dettagliati, anche mediante perforazioni in terra ed in mare, da proporre per il finanziamento congiunto alle due Organizzazioni Internazionali ECORD-IODP ed ICDP…
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