Bordo occidentale Vulcano Solfatara - Pozzuoli - Campi Flegrei |
A leggere i resoconti delle
situazione di rischio che caratterizzano nell’odierno i distretti vulcanici
napoletani, per una serie di considerazioni i Campi Flegrei sono quelli che
destano qualche preoccupazione in più. Lo dice lo stato di attenzione vulcanica
a cui è sottoposta l’area calderica e principalmente la zona puteolana dove i
valori geochimici e geofisici segnano mutamenti significativi e al rialzo.
Il
Dott. Giovanni Chiodini, dirigente
di ricerca dell’INGV – Osservatorio Vesuviano, in una interessantissima
relazione chiarisce subito che i primi segnali di variazione dello stato di geo
quiescenza dei Campi Flegrei si ebbero nel 2000 con una condizione di
subsidenza dei suoli. Nel 2005 il fenomeno subisce un’inversione di tendenza e
compare un bradisismo negativo che inizia a sollevare i terreni puteolani verso
l’alto. L’area ad est della Solfatara comprendente i settori Pisciarelli e Scarfoglio, è sicuramente quella delle evidenze di questi
cambiamenti con aumenti di temperatura e soprattutto di importanti emissioni di
anidride carbonica dal sottosuolo.
Nel
mese di Gennaio 2015 questa zona di degassamento emetteva circa 3000 tonnellate
di anidride carbonica al giorno, collocandosi come sorgente naturale tra i
primi dieci siti mondiali. Un valore che si registra di solito dai crateri
attivi aggiunge Chiodini…
Il
ricercatore conclude sottolineando che una eventuale trivellazione in questa
zona sarebbe certamente una pratica che cozzerebbe frontalmente con il
principio di precauzione, perché una tale portata di anidride carbonica a
ridosso dei fabbricati non ha certamente bisogno di essere incrementata da
interventi meccanici di fratturazione in un sottosuolo già ribollente e pregno
di gas e vapori…
Con questa premessa
introduciamo il recente studio a firma dei ricercatori dott. Luca D’Auria (INGV) e dott. Susi
Pepe (CNR), che individuano in una sorta di iniezione magmatica il motivo
del bradisismo flegreo, cioè l’innalzamento dei suoli, almeno nel periodo
compreso da Gennaio 2012 a Giugno 2013. Secondo gli esperti, un filone di magma da una profondità di
circa 8 chilometri, quota che localizza l’attuale ed estesa camera magmatica,
si è diretto verso la superficie senza raggiungerla. Infatti, il magma in
ascesa si è introdotto tra i vari strati crostali raggiungendo la quota di 3
chilometri per poi espandersi in senso orizzontale costituendo una sorta di
lago magmatico sotterraneo (vedi disegno).
Schema (bozza) orientativo situazione del sottosuolo flegreo |
La caldera vulcanica dei
Campi Flegrei viene spesso citata quale sede di un super vulcano, tra l’altro
dove dimorano migliaia e migliaia di persone. Una possibile eruzione potrebbe
investire anche la città di Napoli, è questo spiega perché il sito è continuamente
monitorato e genera apprensioni ad ogni piccolo mutamento.
Il Dott. Luca D’Auria, ricercatore
dell’INGV, ha proprio la responsabilità della sala di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, ed ha condotto
insieme a colleghi del CNR questa interessantissima ricerca che sembra fugare i
dubbi circa l’origine del fenomeno bradisismico recente. Approfittiamo quindi
di questa gentile disponibilità per approfondire l’argomento.
Dott. D’Auria, cosa hanno
indicato i satelliti circa le deformazione del suolo ai Campi Flegrei?
Che tra il 2012 ed il 2013
all’interno dei Campi Flegrei c’è stato un aumento di volume di circa 4 milioni
di metri cubi. Le nostre analisi hanno rivelato che questo incremento
volumetrico è stato causato dall’espansione di una piccola camera magmatica
superficiale, con una forma molto appiattita. Tecnicamente questo tipo di
strutture geologiche è nota come sill.
E’ stata accertata l’intrusione
magmatica all’origine del bradisismo recente? Esiste un punto d’iniezione
preciso o la risalita del magma è diffusa seppur localizzata in una determinata
zona flegrea?
Possiamo
affermare che si tratta di magma anche attraverso il confronto con altre
misure: ad esempio la composizione chimica delle fumarole. Dopo la crisi
bradisismica del 1982-1984, anch’essa di origine prevalentemente magmatica, il
movimento del suolo ai Campi Flegrei è stato causato essenzialmente dai fluidi
idrotermali (acqua, gas e vapore) che permeano il sottosuolo calderico. Ogni
volta che fluidi idrotermali vengono iniettati nelle rocce del sottosuolo
flegreo, causano un piccolo sollevamento del suolo e, con mesi di ritardo, un
cambiamento nella composizione chimica delle fumarole. In genere questi piccoli
sollevamenti sono temporanei, perché il gas viene gradualmente disperso nell’atmosfera
ed il suolo torna ad abbassarsi. Uno di questo episodi è accaduto ad esempio
tra il 2006 ed il 2007. Tra il 2012 ed
il 2013, invece, il sollevamento del suolo non è stato seguito da importanti
variazioni nella composizione delle fumarole e soprattutto il sollevamento è
stato permanente. Tutte queste evidenze indicano abbastanza chiaramente che si
è trattato principalmente di un’iniezione di magma.
Il
punto da cui risale il magma è grossomodo localizzato al centro della caldera,
ovvero al di sotto del Rione Terra a Pozzuoli. Quindi, arrivato
a circa 3 chilometri di profondità, il magma ha smesso di salire e si è
distribuito orizzontalmente in un raggio di pochi chilometri.
Rione Terra - Pozzuoli - Campi Flegrei |
Potremmo definire questa
ascesa di magma una mancata eruzione?
E’ difficile rispondere a
questa domanda. Ai Campi Flegrei, cosi come in altri vulcani simili, queste
intrusioni superficiali di magma potrebbero essere molto più comuni delle
eruzioni. Quindi, probabilmente è più corretto definire le eruzioni come
“mancate intrusioni”.
I volumi di magma iniettati
verso la superficie senza raggiungerla, sono inferiori a quelli che caratterizzarono
l’eruzione del Monte Nuovo?
La quantità di magma
iniettato (4 milioni di metri cubi) è piccola ma è dello stesso ordine di
grandezza del magma emesso durante le eruzioni minori dei Campi Flegrei, come
ad esempio quella di Monte Nuovo.
C’è però da considerare che durante un’eruzione solo una piccola percentuale
del magma presente nella camera magmatica viene effettivamente eruttata. Prima
dell’eruzione di Monte Nuovo, infatti, il sollevamento del suolo ai Campi
Flegrei fu molto rilevante, forse anche più di 10 metri. Questo significa che l’iniezione di queste
piccole quantità di magma, che tra l’altro si raffreddano e solidificano molto
rapidamente, non dovrebbe essere particolarmente allarmante. Ogni episodio di
sollevamento, comunque, viene attentamente seguito dai sistemi di monitoraggio.
Si ha l’impressione, anche
valutando una serie di dati, che il processo ascendente del magma in questione,
non abbia prodotto particolari dirompenze magari in termini di terremoti: è
così?
Il
processo fisico dell’intrusione del magma all’interno del sill è abbastanza “silenzioso”. Ciò non toglie che durante crisi
violente, come quella bradisismica del 1982-84, la deformazione del suolo sia
in grado da causare numerosi terremoti. Durante quella crisi, infatti, furono
registrati ai Campi Flegrei circa 16000 terremoti, con magnitudo fino a 4.
Nell’ultimo decennio, invece, ai Campi Flegrei ci sono in media solo un
centinaio di piccoli terremoti ogni anno, con magnitudo sempre inferiori a 2.
Tuttavia,
prima di una eventuale eruzione, il magma dovrà farsi strada attraverso circa 3
chilometri di rocce fragili. Sicuramente sarà un processo che non passerà
inosservato e che consentirà di stimare l’avvicinarsi di una eventuale
eruzione.
Il dato sismico fino a che
punto può essere definito un precursore eruttivo in una zona calderica dove i
sollevamenti si contano a metri e gli eventi sismici a migliaia in particolari
periodi di crisi ad oggi sempre rientrate?
La
previsione delle eruzioni, in particolar modo nelle caldere, si deve basare
necessariamente sull’analisi contemporanea di diversi tipi di misure
(terremoti, deformazioni, composizione chimica dei gas, etc…). Solo in questo
modo è possibile avere una visione ragionevole di quello che accade all’interno
del vulcano.
Inoltre,
l’uso di tecniche di analisi avanzate, come quella che abbiamo recentemente
proposto per i Campi Flegrei, aiuta a comprendere con maggiore chiarezza i
processi che avvengono nel vulcano, e quindi a fornire uno strumento che non è
solo di interesse scientifico, ma che può avere anche risvolti pratici in
situazioni di emergenza.
Il vulcano Solfatara - Pozzuoli - Campi Flegrei |
Secondo le sue conoscenze e
studi effettuati sull’argomento, cosa sta succedendo al di sotto dei Campi
Flegrei? Le trivellazioni in area calderica sono pericolose soprattutto alla
luce della Sua recente scoperta?
I Campi Flegrei attraversano
una fase di irrequietezza che si protrae probabilmente sin dagli anni ’50 del
secolo scorso. In questo periodo i Campi Flegrei hanno alternato periodi di
tranquillità a fasi di rapido sollevamento del suolo, verosimilmente causati
dall’iniezione di magma a profondità più superficiali.
La
quantità di magma iniettato ogni volta è stata di piccola entità e si è quindi
già solidificato. La mia opinione è che in questo momento non vi siano
rilevanti quantità di magma fuso a profondità superficiali (circa 3
chilometri).
Purtroppo
non possiamo prevedere quello che succederà nei prossimi anni o decenni. Quello
che facciamo è monitorare costantemente il vulcano alla ricerca anche di
piccoli segnali che indichino un cambiamento nella sua attività.
Per
quanto riguarda le trivellazioni a scopo scientifico, personalmente non ritengo
comportino rischi significativi. Diverse trivellazioni profonde effettuate nei
decenni scorsi ai Campi Flegrei non hanno prodotto alcun effetto particolare.
Una perforazione avente lo scopo di studiare la struttura del vulcano, in
particolare nell’area del Golfo di Pozzuoli che è ancora poco conosciuta,
sarebbe sicuramente di utilità anche per interpretare meglio eventuali segnali
precursori di una possibile futura eruzione.
La previsione degli eventi
simici a che punto è?
Sfortunatamente
la previsione dei terremoti, nonostante decenni di studi, non ha prodotto
ancora risultati che possano essere di utilità. Al contrario sono stati fatti
grossi passi avanti nella mitigazione del rischio sismico. Oggi esistono,
almeno per l’area italiana, delle mappe del rischio molto accurate anche se,
purtroppo, raramente vengono prese in giusta considerazione da chi dovrebbe
amministrare il territorio. Inoltre, nell’ultimo decennio, sono stati
sviluppati sistemi di Early Warning sismico, che
forniscono tempestivamente un allarme appena inizia un forte terremoto.
Diverso
è il discorso per la previsione delle eruzioni che, negli ultimi tempi ha fatto
enormi passi in avanti. La maggior parte delle eruzioni avvenute negli ultimi
decenni sono state previste ed è stato possibile evacuare la popolazione a
rischio. Rimane ancora molto da imparare, ma il rapido sviluppo delle
tecnologie di monitoraggio (satellitari e terrestri) e l’avanzamento delle
conoscenze scientifiche per la sorveglianza dei vulcani, procedono
speditamente.
Esprimiamo
un particolare ringraziamento al Dott. Luca
D’Auria per la importante intervista che ci ha rilasciato, tra l’altro con
una chiarezza ideale per la diffusione scientifica di argomenti che riguardano
aspetti particolarmente complessi del nostro territorio vulcanico.
Pubblichiamo il commento del Signor Hans - Hermann Huffrecht
RispondiEliminaCaro Signore MalKo, Grazie, leggere questo articolo con grande interesse, ma giustamente provocato questo articolo un piccolo!
1. Lo scenario dimentica una variante del totale eruzione: Se il magma dalla porzione superiore dei serbatoi sotto il Vesuvio come fluido supercritico si alza improvvisamente e coincide nel canale con fluidi subcritiche, creato un'eruzione freatomagmatica. Questa eruzione può tutto il cono come un'onda anomala gigante portare a fluire. In altre parole, dagli strati di roccia del cono è breve periodo di tempo che scorre sabbia o detriti che scorre. Poi affonda il territorio vesuviano in questa enorme colata di fango.
2. non fare nulla non salva il popolo! Aspetta e orologio non funziona da solo. Solo quando la causa è diminuita, miglioramento deve essere raggiunto! Questo è difficile, ma possibile. Ciò significa che un focolaio deve essere iniziata controllato. Senza che ci sarà sempre una sorpresa dall'eruzione del Vesuvio,
perché non esiste un metodo sicuro, che rivela un focolaio prima. Il vulcano cileno Calbuco ha dimostrato ancora una volta e conferma che Magma può salire molto rapidamente. Questo è come una prova del lavoro del professor Pappalardo e Mastrolorenzo!
3. Quando 79 dC. Vesuvio Pompei ed Ercolano e molto altro ancora sepolto, Non c'erano macchine. Plinio il Vecchio e il suo esercito non aveva il controllo a distanza per le armi armati e tutti sono stati fritti doloroso. Ma nel 2015, ci sono macchine, che consenta: evacuare solo quindi forare e convogliata con l'acciaio fino tale scoppio controllato attraverso il tubo si verifica, quindi attendere che la situazione si è stabilizzata e poi lasciare che gli sfollati ritornano.
4. Dal 1538 vi è stato nel Campi Flegrei alcun focolaio. Ma il Vesuvio aveva circa 1538-1944 un (quasi) canale aperto nel cono. Professor Pappalardo e Mastrolorenzo hanno dimostrato che il Vesuvio e Campi Flegrei hanno una camera magmatica comune. E 'stato anche un recente aumento di magma in Sills relazioni sulla camera magmatica dei Campi Flegrei. Sotto il Vesuvio ci sono anche quelle Sills. In ogni caso, il magma risale se la sua densità è inferiore, il restante magma fondo. Vesuvio era 400 anni, la valvola di sicurezza del complesso vulcanico Campi Flegrei e del Vesuvio! Dal 1944 è stato poi costruire sotto il magma del Vesuvio. Secondo il principio di Archimede, che si applica anche a Continua, e secondo il principio di Maupertuis magma è cercare la via di minor resistenza. In un lento afflusso di magma dalle profondità dell'eruzione, mentre il Vesuvio rimane stabile, con lenta ascesa del magma accadere nel Campi Flegrei, con enormi quantità di magma ... Ma quando un terremoto profondo dovrebbe innescare un focolaio, quindi è probabile che l'improvvisa eruzione del Vesuvio fatto, perché l'energia per l'intrusione all'impulso è passato come attraverso un tubo nella diga / diapir sotto il Vesuvio.
5. Prevenire potrebbe l'improvvisa esplosione del Vesuvio attraverso un foro (come descritto sopra),
perché allora l'aumento di pressione dal fondo della diga / diapir sarebbe limitato a causa dell'apertura.
6. Ma se uno studio da OV con una partecipazione internazionale essere fatto. Cerca di seguito i miei pensieri: "Hans-Hermann Uffrecht" o "Vesuvio Dove Andiamo" o "Vesumboli" .
Cordiali Saluti! Hans-Hermann Uffrecht . P.S.Chiedo scusa per la cattiva traduzione! Grazie!