il ministro della protezione civile Nello Musumeci |
Il pensiero della commissione grandi rischi riunitasi un po’
di giorni fa su invito del dipartimento della protezione civile, è quello che
nel distretto vulcanico dei Campi Flegrei il livello di allerta per il momento può restare di un vigile giallo. Per le zone consorelle bradisismiche invece, non si utilizzano
colori per classificare lo stato di pericolosità, perché questo dipende dalla
magnitudo dei futuri terremoti, imponderabili in via preventiva e soprattutto
improvvisi com’è nella natura del fenomeno. Premesso quindi che i sismi sono
imprevedibili sia da un punto di vista temporale che energetico, il dato di
pericolosità della zona bradisismica non può essere associato a un colore che
definisce uno stato fisico e chimico, ma a una condizione successiva agli
scuotimenti crostali, e agli effetti che si registreranno immediatamente dopo
sull’edificato e sulle infrastrutture e sui servizi nell’area colpita.
I livelli di allerta vulcanica |
Esistono delle indicazioni circa la magnitudo massima dei sismi che possono colpire il puteolano, zona geologicamente fratturata soprattutto negli spessori che separano il magma dalla superficie: condizione questa, che dovrebbe mitigare accumuli di energia oltre misura. In ogni caso trattasi di un dato non deterministico, che può essere di conforto solo per chi vive in stabili mediamente robusti o antisismici e che ad oggi non hanno presentato cenni di cedimento statico. Per chi dimora in alloggi fatiscenti invece, soprattutto se interessati da quadri fessurativi importanti, occorre che si tenga in debito conto anche una sismicità moderata. Il dato sulla magnitudo massima raggiungibile in zona bradisismica, in tutti i casi ha un valore probabilistico, e l’unico elemento di conforto potrebbe provenire solo dalla storia del territorio che non annovera da alcune centinaia di anni rovinosi e micidiali crolli. Il dato storico però, deve fare i conti con il divenire delle cose, principio ben inquadrato da Eraclito che affermava: …che non si può discendere due volte nello stesso fiume…
Il piano speditivo d’emergenza per la zona bradisismica, prevede a scossa avvenuta la conta dei danni e la valutazione di quanti cittadini dovranno eventualmente essere allontanati, anche se solo in una chiave prudenziale in attesa dei controlli.
La zona bradisismica |
Come si vede dalla cartina soprastante, le due zone
bradisismiche, quelle a colori, circoscritte da due diverse isoipse, ricadono interamente
all’interno della caldera flegrea; questo significa che in tutti i casi i
settori bradisismici fanno parte di un vasto distretto vulcanico, dove è
immanente il rischio vulcanico che si annida in una quiescenza misurata
in 486 anni.
Gli amministratori della zona bradisismica non amano molto l’utilizzo del termine eruzione, perché temono per analogia conseguenziale, il blocco di qualsiasi ulteriore urbanizzazione nell’area. Una legge anti cemento, piaccia o non piaccia, è l’unica misura di prevenzione seria per evitare la catastrofe vulcanica anche in capo ai posteri, verso cui abbiamo la responsabilità di tramandare un territorio che continuerà ad essere multirischio, ma che almeno si abbia la decenza di non trasformarlo in una calderopoli asfittica.
Il Ministro Musumeci ha avuto il pregio di chiamare la
situazione antropica esistente ai Campi Flegrei esattamente per quella che è: criminale.
Occorre allora subito fare una premessa: se si è dovuto aspettare un Ministro
che dichiarasse pochi giorni fa che le politiche di urbanizzazione e più in
generale di antropizzazione della caldera del super vulcano flegreo sono state criminali,
ebbene vuol dire che il sistema di protezione civile in tutte le sue
diramazioni, osservatorio vesuviano (INGV) compreso, non hanno fatto il loro
dovere di prevenzione della catastrofe vulcanica. Il dovere era quello di
denunciare pubblicamente quello che ha dovuto poi dire il ministro:<< A
mio giudizio la politica urbanistica che ha consentito le costruzioni così come
le vediamo oggi nei Campi Flegrei è stata criminale. Lo ripeto perché possa
restare agli atti e non sembrare una sorta di spinta emotiva, non si può
giocare sulla pelle di migliaia e migliaia di persone. Le persone che abitano
in quella zona non hanno mai avuto alcuna responsabilità. Per questo motivo,
tra i provvedimenti del governo dovrebbe esserci "il divieto assoluto ad
ogni altra realizzazione di cubatura per edifici abitativi nell'area. Del resto
non si può elaborare un piano di evacuazione e dall'altro lato un piano di
insediamento e sviluppo urbanistico".
Riteniamo la popolazione dimorante nella caldera del super
vulcano, generalmente incolpevole, perché in questi luoghi si è insediato
addirittura l’osservatorio vesuviano (INGV), che oggi cerca di trovare
allocazione fuori dalla zona rossa probabilmente per non essere costretto alla
fuga in caso di allarme vulcanico, con grave scaduta d’immagine e del servizio. Tra l’altro
pure questa pregevole struttura di monitoraggio e ricerca ha iniziato troppo tardi a
usare un tono maggiormente prudente sulle capacità di previsione dell’evento vulcanico.
La pubblicità/progresso dell’INGV, tra l'altro magnificava
e magnifica le miracolose stazioni multi parametriche: tecnologia avanzata, ma
forse più che altro assemblata, che serve a fornire elementi micrometrici di
misura dei parametri chimici e fisici del vulcano, in una terra che si solleva
a decine di centimetri e che emana anidride carbonica in atmosfera in una
misura più che industriale e propria dei vulcani attivi a condotto aperto. Purtuttavia
cotanta precisione strumentale non basta per la previsione
d’eruzione, che rimane ancora una procedura “manuale” affidata
all’intellighenzia scientifica della commissione grandi rischi, arricchita da
qualche eminenza straniera e dai rappresentanti dei centri di competenza.
Il ministro Musumeci in tutto questo ha avuto pure il merito di non retrocedere neanche di fronte alle osservazioni che ci sembravano pretestuose, dei politici partecipanti alle commissioni parlamentari sul bradisismo, che avanzavano molte critiche a favore di telecamera. Il ministro pare che non abbia seguito neanche il filo della prudenza, forse maggiormente gradito al suo entourage nazionale e regionale. I collaboratori infatti, nelle varie sedute informative tenute sul territorio ardente, non si sono mai espressi chiaramente sulla necessità di bloccare la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali nella depressione calderica, che sarebbe stato un atto dovuto e da ripetere e argomentare continuamente, in ossequio ai principi della prevenzione della catastrofe vulcanica.
I tecnici relatori di un'informazione che gli amministratori locali vogliono che sia solo la loro, hanno dimostrato addirittura comprensione verso quella politica che non vuole il blocco dell'edilizia residenziale, offrendo pure una foglia di fico discorsiva, chiamando in causa la necessità su certe decisioni di tenere in debito conto l'analisi dei costi benefici: esattamente quella che utilizzò a suo tempo Ponzio Pilato…
Vorremmo ricordare agli strateghi della mediazione tra
sicurezza e politica e progresso, che il principio dei costi benefici si
applica solo quando non ci sono alternative e occorre quindi fare una scelta che sia la meno gravosa, perché
nella nostra civiltà dei valori occidentali, anche una sola vita umana ha
diritto ad esistere e ad essere tutelata, ancor di più se in ballo ci sono mezzo milione di persone
che corrono il rischio di essere vaporizzate dalle colate piroclastiche.
Le responsabilità principali della politica, che ha pensato
più a quello che si costruiva che al dove lo si costruiva, ricadono principalmente
in capo alla regione Campania anche da un punto di vista dirigenziale. In regione si sentono inattaccabili e sicuri della protezione del presidente,
con cui nessuno vuole cimentarsi troppo, per timore di cadere nella rete di uno sfottò ridicolizzante,
amplificato poi da un comico televisivo…
Responsabilità, generalizzando, ne hanno pure i comuni dell’area vulcanica flegrea, che nell’attualità si agitano per avere fondi e super bonus o altre misure di sostentamento economico, senza per questo voler cedere sulla loro prerogativa di rilasciare licenze edilizie: il potere e il consenso è tutto lì in quella firma... Una firma applicata in questi ultimissimi giorni su molte sanatorie edilizie presentate al comune di Pozzuoli, per tentare di mettere a norma in zona Cesarini non pochi abusi passati inosservati ai "serratissimi controlli"... Nelle zone ad alta pericolosità vulcanica bisognerebbe installare sulle betoniere qualcosa di simile alle blue box che si usano sui pescherecci, per avere continuamente la loro posizione geografica...
Qualsiasi esigenza politica dovrebbe fare un passo indietro di fronte alle future necessità degli ignari posteri che erediteranno solo il nostro malgoverno. È necessario prima di qualsiasi opportunità economica da dispensare nel super vulcano, che venga immediatamente varata la legge anti cemento. Una legge alla stregua di quella adottata per il Vesuvio nel 2003, e che sarebbe l’unica forma di autorità concreta, che lascerebbe capire alla popolazione aizzata dai businessmen sotto la falsa bandiera della resilienza, che nei Campi Flegrei sussistono rischi molto seri.
Tra l’altro i Campi Flegrei hanno dirimpetto un vicino, l’isola d’ischia, che ha la caratteristica di essere un’isola vulcanica, a cui mancano ancora gli scenari di pericolo, che sarebbe il caso di individuare e assegnare, perché solo dopo che sarà stata inquadrata l’eruzione massima attesa, si potranno trarre elementi utili alla prevenzione e alla redazione di un piano di emergenza che salvaguardi gli isolani all’occorrenza.
isole flegree viste da Ischia |
Il comitato partenoflegreo difficilmente rinuncerà alle colate di cemento su Bagnoli, Bacoli e poi potrebbe essere la volta di Licola, soprattutto se si avvallerà l'idea di abbattere e ricostruire altrove le case pericolanti di Pozzuoli. La ricostruzione dovrebbe avvenire secondo regole e principi della prevenzione, fuori dalla zona rossa: innanzitutto per motivi di tutela, ma anche perché diversamente l'immobile graverebbe come un'eredità passiva sulle casse pubbliche, visto che i multi rischi areali permangono...
La individuazione di un commissario per l’area flegrea è di fondamentale e strategica importanza: dalla figura prescelta, che dovrebbe essere assolutamente fuori dalla cerchia dei responsabili a vario titolo dell'abnormità antropica fin qui perpetrata, si capirà se per il futuro sarà lecito sperare in un reale cambio di passo nel governo del territorio napoletano, e se sarà assicurato alla popolazione flegrea presente e futura, l’imprescindibile diritto alla sicurezza.