Pozzuoli: i traghetti trovano difficoltà a entrare in porto per l'innalzamento dei fondali dovuti al bradisismo. |
Nei Campi Flegrei il martello sismico
generato dal bradisismo con valori di magnitudo fin qui rientranti in un range
da basso a moderato, continua a destare perplessità tra la popolazione
affastellata nella vibrante calderopoli flegrea, soprattutto
nei tenimenti puteolani. Il motivo dell’apprensione collettiva è da ricercarsi
sicuramente nei frequenti sommovimenti sismici, sovrastati però,
dall’incertezza su quelli che potrebbero essere i futuri valori di magnitudo
che si possono raggiungere nell’area calderica. La pericolosità di questo
territorio bradisismico, centrale nella zona rossa flegrea, è soprattutto
relativizzata al numero di cittadini esposti, e poi alla vulnerabilità dell'edificato
esistente e alla superficialità degli ipocentri.
La geologia ardente e sotterranea è una materia da prendere
con le molle, ma in tutti i casi gli esperti considerano improbabile che nei
Campi Flegrei si manifestino fenomeni sismici con valori di magnitudo superiori
al quinto grado Richter, tenendo presente che i sussulti che possono provocare
danni importanti, dovrebbero superare questa soglia. La speranza che le energie
che possono colpire nel futuro la zona bradisismica siano moderate, è riposta
in profondità dove c’è il fronte plastico magmatico e negli strati crostali
superficiali che sono fratturati. I due elementi si ritiene che non dovrebbero
favorire accumuli di energia oltre misura rispetto a quelli storicamente
registrati per l’area puteolana. Diversamente ci sarebbe di che
preoccuparsi sulle dinamiche e gli equilibri che regolano il sottosuolo, anche da un punto di vista eruttivo. Le informazioni pervenuteci
dagli archivi fin qui non annoverano negli ultimi secoli rovinosi
crolli cagionati dalla sismicità bradisismica, e nulla lascia
pensare, almeno nella sfera delle probabilità, che le cose possano cambiare nel
peggiore dei modi da qui innanzi. Ovviamente per chi dimora in edifici che
stentano a sopportare il loro stesso peso o che sono maltenuti o minati nelle
fondamenta al punto da presentare quadri fessurativi profondi, è bene che
temano finanche il saltellio di un autotreno in una buca.
Nell’ultimo consesso informativo tenutosi il 6 maggio 2024 a
Bacoli, dedicato proprio all’informazione sul bradisismo, i
rappresentanti delle istituzioni che compongono il sistema di protezione civile
nazionale e regionale, nei loro interventi sono stati abbastanza precisi nel
rappresentare ai convenuti la situazione geologica nella zona
bradisismica, senza diffondere false certezze e neanche inutili
aspettative, pesando le parole per evitare che i tribuni
locali gridassero all'allarmismo...
Il summit è stato introdotto discorsivamente dalla premessa
di base che i Campi Flegrei sono un distretto vulcanico, e il bradisismo è
frutto diretto o indiretto del magma sottostante. Il rappresentante
dell’INGV ha precisato che non ci sono ammassi magmatici nei primi tre -
quattro chilometri, e che in tutti i casi stanno procedendo con le prospezioni e con l'analisi dei dati che richiedono tempo. Altri scienziati
però, sostengono che il magma può assurgere direttamente dalle profondità senza
avere alcuna necessità di formare prima una camera magmatica superficiale…
Che la zona rossa dei Campi Flegrei sia innanzitutto un’area
sottoposta a rischio eruttivo dovrebbe essere di lapalissiana constatazione,
eppure le amministrazioni locali titubano a precisarlo. Il motivo di fondo di
questa amnesia discorsiva, potrebbe essere racchiuso in una certa strategia politica
volta a dribblare l'affaire vulcanico con le sue logiche limitative sull'urbanizzazione. Meglio pubblicizzare e infervorare i cittadini sulla necessità di chiedere
ad alta voce l'accesso a fondi pubblici per risanare i fabbricati privati
attraverso il sisma bonus o altre agevolazioni fiscali. Così, l'oratore di turno al di là del risultato finale, raccoglie comunque consensi e quindi preme per mettere faccia e cappello su queste pretese verbali di sicura presa
popolare. Nessun amministratore del comitato partenoflegreo e nessun
politico regionale e nazionale si è assunto l'onere di impegnarsi seriamente a
procedere politicamente nella direzione di bloccare il rilascio di nuove
licenze edilizie nella zona rossa flegrea. Quello che molti non capiscono, o
che non vogliono capire, è il dato di fatto che se ancora s'innalzano palazzi
nella caldera vulcanica, il rischio eruttivo, amministrativamente e
scientificamente e tecnicamente e politicamente è come se non esistesse.
Purtroppo fortificare strutturalmente palazzi e palazzine,
non è la panacea assoluta per garantirsi la resilienza sine die nell’ardente
area geografica, così come la richiesta di risanamento di quei fabbricati
fatiscenti bisognevoli di adeguamento antisismico strutturale e
infrastrutturale, non può essere una misura generalizzata da
estendere senza distinguo pure a palazzi divenuti fatiscenti per mancanza di
manutenzione o peggio ancora per difformità costruttiva o per annosità
esistenziale.
Il dato inconfutabile su cui gli amministratori pubblici
dovrebbero riflettere, è quello che nell’area dei Campi Flegrei la vera
potenziale catastrofe è racchiusa nel rischio vulcanico, e ogni aumento del
numero di residenti comporta parimenti un aumento del rischio che potrebbe
assurgere a un livello di inaccettabilità totale, stante i parametri della
nostra civiltà occidentale. Per i numeri in gioco poi, già oggi è difficile
salvaguardare la popolazione attraverso misure di evacuazione massive, che
necessitano, per ottenere un certo successo operativo, che si verifichi
l'incastro di più variabili tanto scientifiche che tecniche. La prevenzione
allora dovrebbe essere di fondamentale importanza, visto pure che la salvifica
previsione è una disciplina ancora di taglio probabilistico, tra l’altro su
fenomeni di cui non si ha nessuna esperienza diretta, soprattutto in termini di
analisi dei prodromi pre eruttivi.
Per chi mira alla realizzazione di nuovo edificato
rigorosamente antisismico pensando così di togliersi dal novero dei pericolanti
puteolani, grazie alla realizzazione di strutture portanti orizzontali e
verticali, robuste e spesse e infarcite di tondini d’acciaio rugato affogati
nel cemento, deve rendersi conto che il passaggio di una colata piroclastica
col suo dirompente potere distruttivo e le sue elevate temperature capaci di
vaporizzare in un attimo la materia vivente, renderebbe impossibile la sopravvivenza,
finanche in un bunker se munito di finestre. E nella zona rossa flegrea, il
rischio principale sono appunto i flussi piroclastici e non il bradisismo, a
prescindere dalle sorprese energetiche, che in ogni caso per quanto sismicamente potenti, non
potrebbero colpire la integrità fisica di oltre mezzo milione di persone, cosa
che invece potrebbe fare un’eruzione esplosiva in mancanza appunto di una
previsione sicuramente utile, cioè deterministica.
A rendere ulteriormente problematiche la resilienza
nell'area calderica flegrea, sono pure le abbondanti emanazioni gassose
provenienti dal sottosuolo, costituite prevalentemente oltre che dal vapore
acqueo, anche dal biossido di carbonio e dall'idrogeno solforato. Questi gas,
rispettivamente asfissianti e tossici, si diffondono soprattutto in aree come
la Solfatara e Pisciarelli. D’altra parte la problematica storicamente era
conosciuta in zona, dal fatto che gli uccelli che sfrecciavano sulla superficie
del lago d’Averno (Pozzuoli), stramazzavano a causa dell’anidride carbonica
respirata che ristagnava sulla superficie del lago.
Pozzuoli: lago d'Averno |
In conclusione, i cittadini che dimorano nei Campi Flegrei,
soprattutto nella zona rossa bradisismica, devono contemplare come rischi
naturali dettati dall’antropizzazione dell’area, quello eruttivo magmatico,
quello freatico, quello bradisismico, quello sismico e poi gassoso. Rinforzare
gli edifici sicuramente può essere una misura che aiuterebbe la resilienza, ma
in ogni caso bisognerà sempre vivere in una condizione dove l’evento
bradisismico acuto non si sa mai se porta in coda un’eruzione o un terremoto o la rottura di una tubazione.