Anfiteatro di Pozzuoli |
L’apprensione a fronte della scossa sismica di magnitudo 2.3 Richter, avvenuta alle 20.37 del 06/01/2022 e altre successive di minore intensità verificatesi nei Campi Flegrei, ha lasciato apprensione tra la popolazione che ha avvertito distintamente alcuni di questi sussulti. Va da sé che in un’area ad alta pericolosità vulcanica dove vige l’allerta gialla (attenzione), i cittadini dopo ogni scossa percepita dai sensi, si chiedono se il pericolo dettato dal sottosuolo vulcanico abbia raggiunto una soglia tale da suggerire un allontanamento preventivo.
Il sindaco di Pozzuoli ha battuto un post dove
sostanzialmente accenna al fatto che condivide ansie e preoccupazioni dei concittadini,
precisando alcune cose: <<Il terremoto di ieri delle 20:37 rientra in
una fase di ripresa di attività del bradisismo che sta in questo momento
proseguendo il suo corso… Secondo l’Osservatorio Vesuviano la velocità con cui
il Rione Terra e la zona del porto si stanno sollevando è mediamente di circa
12 centimetri all'anno, una velocità raddoppiata rispetto a quella che abbiamo
avuto dal 2018 alla metà del 2020… Tra le carte che ho in mano per giocare
questa difficile partita, non ho un asso nella manica che mi consenta di
eliminare alla radice il problema…So che questo stato di cose potrà proseguire
anche nei mesi e negli anni a venire e da questo devo realisticamente partire.
Quello che quindi posso fare, e vi assicuro che lo sto facendo con la massima
determinazione, è tutto il possibile affinché non siamo colti di sorpresa da
qualsiasi tipo di situazione difficile… Non intendo in questo messaggio farvi
l’elenco delle iniziative che, su mia richiesta e indicazione, si stanno
portando avanti per essere vicini alle esigenze dei cittadini e per essere in
grado di fronteggiare qualsiasi situazione ci si possa presentare davanti. Lo
farò però a breve perché giustamente molti di voi desiderano essere informati
in modo puntuale su questo>>.
La nota del primo cittadino è sicuramente una professione di
intenzioni, anche perché nei Campi Flegrei è impossibile carpire elementi di
certezza utili per azzardare un pronostico sull’evoluzione del rischio eruttivo
che pure c’è. Se il sindaco puteolano
avesse promesso a breve un divieto a rilasciare licenze edilizie nel suo territorio
ad altissimo rischio vulcanico, avrebbe dimostrato quel realismo da cui
partire, tentando in prima battuta di porre freno a una situazione di
pericolo crescente, per il duplice aumento del valore esposto e del pericolo
eruttivo legato al bradisismo. Purtroppo neanche a mettersi col decimetro in
mano si riesce a monitorare in chiave preventiva l’evoluzione del pericolo che cresce coi millimetri d'innalzamento,
perché potrebbero essere cambiate le condizioni a cui richiamarsi per
comparazione: una replica dei fenomeni di unrest degli anni ’80 con uguale
epilogo benevolo non è garantita.
Quale sia l’origine della misurata ma non rara sismicità che
si osserva nella caldera flegrea, rimane a tutt’oggi oggetto di studio e di interpretazione
scientifica. Tra le tesi più accreditate c’è quella dell’acqua che circola e si
surriscalda facilmente in un sottosuolo naturalmente fratturato (caldera) e interessato
da intrusioni magmatiche.
Questi corpi intrusivi riscaldano gli acquiferi innescando
quella forza motrice capace di far circolare l’acqua mista a vapore nei primi
chilometri crostali interessati da rigonfiamenti dei suoli e da fenomeni di
chimismo. Gli scienziati propendono nell’ascesa del magma come la causa
principale del bradisismo, di contro altri ritengono il meccanismo legato
prevalentemente all’acqua calda e al vapore surriscaldato. In entrambi i casi
pare abbastanza assodato la presenza di un corpo caldo a pochi chilometri di
profondità che produce conduzione e convezione nelle masse solide e liquide
promiscue. Più aumenta il bradisismo, più dovrebbero accentuarsi i fenomeni
sismici. In queste condizioni si può giungere pure a un’esplosione freatica
imponderabile dal punto di vista delle conseguenze sugli equilibri interni.
Quello che non si spiega bene in questo meccanismo d’innalzamento
del terreno, è la fase bradisismica discendente che si sposa male con il fenomeno
fisico del corpo intrusivo. Quindi un ruolo importante dovrebbero giocarlo i
fluidi. Ovviamente gli scenari potrebbero cambiare se arrivasse nuovo magma
dagli accumuli più profondi: l’osservatorio vesuviano però, assumendosi una
grande responsabilità, in un pubblico dibattito ha lasciato intendere di avere la tecnologia
giusta per cogliere gli eventuali movimenti del magma verso la superficie.
Se la situazione geologica ai Campi Flegrei e al Vesuvio è da una, nessuna o centomila interpretazioni, va da sé che le rassicurazioni filo governative su questo memorabile rischio, possono avvalersi esclusivamente della rete di sorveglianza con operatore che valuta i valori geofisici e geochimici che arrivano in continuo dalla rete di monitoraggio. Gli strumenti esprimono parametri numerici precisissimi: una vera fotografia del momento secondo dopo secondo, ma senza un acino nè di previsione e neanche di tendenza. Le misure quindi si offrono all'interpretazione che va nella sola direzione della probabilità eruttiva.
La probabilità però, è un fattore da maneggiare con estrema cautela, perché per sua natura non offre soluzioni deterministiche anche se sugli scenari eruttivi il metro di misura utilizzato è stata proprio statistico: valga per tutti il caso del Vesuvio, dove l’eruzione pliniana non è stata contemplata nel calcolo delle probabilità di accadimento, e quindi questa tipologia eruttiva è stata totalmente esclusa dai piani di emergenza.
Certi
limiti li conoscono bene i decisori tecnici, e scientifici e governativi chiamati
a consulto, tant’è che nella recente circolare a cura della presidenza del
consiglio dei ministri, viene ribadito che: nella diramazione di allarmi
rivolti alla popolazione, bisogna tener ben presente i limiti delle attività di
valutazione e decisionali. In particolare, è opportuno dare conto dei limiti
scientifici delle previsioni probabilistiche; della latenza, incertezza e/o
indisponibilità dei dati, delle misure e delle informazioni; del possibile
malfunzionamento e/o disfunzionalità degli apparati e delle reti; del margine
di errore derivante dall’imprescindibile discrezionalità delle attività di
valutazione e decisionali.
In altre parole bisogna tenere in debito conto gli errori
probabilistici e gli errori di valutazione della situazione da parte dei decisori nei momenti clou, in cui devono diramare allerte nel nostro caso vulcaniche, per attivare e sollecitare l’autoprotezione
dei cittadini. Per i Campi Flegrei, il sistema di allerta è basato sui
colori e le fasi di autoprotezione sono racchiuse nella fase operativa di
preallarme e allarme. Gli errori probabilistici e valutativi possono incidere
sui tempi di attesa eruzione, il cui margine superiore e inferiore è
rappresentato dal falso allarme e dal mancato allarme.
Livelli di allerta vulcanica |
D’altra parte è bene che si acquisisca con contezza il concetto di autoprotezione: all’occorrenza non c’è un’entità esterna alla zona rossa che viene a soccorrere i cittadini magari con ambulanze ed elicotteri. La popolazione è parte attiva nel sistema di protezione civile, e alla medesima è demandato il compito di comportarsi in emergenza secondo le modalità stabilite dal piano di evacuazione, senza improvvisazione e senza lacune conoscitive. Chiunque in caso di emergenza riterrà di sottrarsi alle regole di autoprotezione stabilite dalle autorità competenti (Stato, Regione e Comune), rappresenterà una minaccia per tutta la comunità. Anche se siamo molto critici sulla funzionalità del piano di evacuazione redatto per i Campi Flegrei, finché non ci sarà una revisione occorre rispettarne tutti i contenuti: nei manuali si dice spesso che la cosa peggiore non è non avere un piano di emergenza, bensì averne due.
Nel discorso complessivo legato alla sicurezza, il dato più sconfortante è quello che non ci sono in cantiere progetti e politiche di prevenzione della catastrofe vulcanica. Il decentramento abitativo dalle aree ardenti, e il miglioramento delle vie di comunicazione, rimangono lo strumento principale per mitigare il rischio vulcanico: argomenti che non sembrano però ricadere nell’agenda politica delle cosiddette autorità competenti.
Come novità nel campo delle iniziative, c’è quello del
sistema IT-Alert di allarme pubblico, che può diramare messaggi attraverso
canali di comunicazione istantanei «cell broadcast», gestito in autonomia da
ciascun operatore nazionale di telefonia mobile, con messaggi ricevibili dalla
popolazione direttamente sui telefoni cellulari, smartphone, tablet. Ovviamente
se entrerà in vigore tra qualche anno questo sistema che consentirà di allertare
selettivamente la popolazione delle zone rosse, compresi i cittadini in transito, sarà il dipartimento della protezione civile a stabilire
i contenuti e le condizioni per la diffusione del messaggio di allertamento. Ai
livelli di allerta codificati nei piani di emergenza, corrisponde infatti una
fase operativa sfociante all’occorrenza, nell'allontanamento volontario (preallarme),se non nell'allarme, dove ai cittadini che ancora permangono nella zona rossa e ai soccorritori, è fatto obbligo di abbandonare l'area senza indugi.
19/09/2022 - da Open - IT-Alert, l’app della Protezione civile finanziata ma mai completata, che poteva salvare delle vite nell’alluvione delle Marche. Pronti da tempo gli spot promozionali, investimenti per oltre un milione di euro e direttive europee non rispettate: il servizio di notifica istantanea sarebbe dovuto entrare in vigore entro il 21 giugno 2022
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